Il documentarista fermato in Turchia l’11 aprile è atterrato all’aeroporto di Bologna

Gabriele Del Grande libero è tornato in Italia

Gabriele Del Grande all’arrivo all’aeroporto di Bologna (Foto Giorgio Benvenuti/Ansa)

Gabriele Del Grande all’arrivo all’aeroporto di Bologna (Foto Giorgio Benvenuti/Ansa)

BOLOGNA – “Non ho ancora capito perché sono stato fermato”. Lo ha detto Gabriele Del Grande ai giornalisti che lo attendevano all’aeroporto di Bologna dove, alle 10.32, è sbarcato da un aereo di linea della Turkish Airline che lo ha riportato in Italia.
“Sto bene – ha detto il documentarista – e la più grande difficoltà è stata la detenzione e la privazione della libertà anche se nessuno mai mi ha mancato di rispetto”.
“Avevamo il compito di riportarlo a casa, missione compiuta”, ha detto dal canto suo il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che l’ha accolto sulla pista dell’aeroporto bolognese, mentre il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel dargli telefonicamente il “Ben tornato in Italia!”, ha dichiarato che la liberazione è “frutto dell’impegno svolto con discrezione e determinazione dalla nostra diplomazia”.
Gabriele Del Grande, 35 anni, lucchese, documentarista, scrittore e regista, ha legato la sua attività al blog Fortress Europe, in cui raccoglie e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Italia. È la principale attività di monitoraggio del fenomeno su scala europea.
Fermato il 9 aprile durante un controllo di sicurezza nella provincia di Hatay, al confine sud-ovest della Turchia, in una zona in cui non è consentito l’accesso: i reporter devono, infatti, essere muniti di accredito stampa rilasciato dalle autorità di Ankara. Lo stato di emergenza in vigore nel Paese inasprisce il controllo, specie al confine siriano, dove il regista è stato trovato sprovvisto di tali documenti. Fonti diplomatiche definiscono incerti i tempi del rimpatrio. L’11 aprile fonti diplomatiche riferiscono che Del Grande sarà espulso. Del Grande è detenuto senza un’accusa formale di reato. Viene trasferito a Mugla, sulla costa egea, in un centro di identificazione ed espulsione, il che lascia ben sperare in una rapida risoluzione del caso. Il 14 aprile la Turchia fa sapere di averlo spostato in una guest house e il giorno successivo le autorità Ankara fa sapere che sta bene. La prima telefonata a casa è, però, solo del 18 aprile: Del Grande annuncia uno sciopero della fame. La Farnesina ne chiede la liberazione e annuncia l’invio del console italiano a Mugla.
Il 19 aprile il blogger inizia uno sciopero della sete e della fame per protestare contro la violazione dei suoi diritti civili. Si stringe il pressing per la sua liberazione Dal ministro degli Esteri Angelino Alfano arriva una “ferma richiesta di immediato rilascio”. I genitori chiedono aiuto: Gabriele è solo, viene continuamente interrogato in quanto il motivo del mancato rilascio sembra dovuto al suo lavoro di scrittore, dicono. La fidanzata aggiunge: fermato solo perché filmava i profughi. Si moltiplicano le richieste di liberazioni e le iniziative di mobilitazione. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il rilascio.
Il 20 aprile dagli Usa il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiede una soluzione rapida e da Roma il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia che Ankara ha concesso al giornalista di incontrare all’indomani il console italiano e il legale.
Venerdì 21 aprile, a 12 giorni dall’arresto, nove dei quali trascorsi in isolamento, Del Grande incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani esorta alla “fermezza senza interrompere il dialogo” con la Turchia.
Tra le iniziative per chiedere la liberazione del blogger, la liberazione, sit-in al Quirinale, a Berlino e a Bruxelles. Il quotidiano Il Tirreno si mobilita con una grande scritta “Gabriele Libero”. Gigantografia su sede Provincia e Comune Lucca. Presidi, fiaccolate e richieste di liberazione da diversi comuni italiani, appelli da numerose istituzioni regionali, provinciali e comunali. Il 23 aprile Del Grande interrompe lo sciopero della fame e riesce a chiamare la moglie in Italia.
Stamane, alle 7.31, il ministro degli esteri Angelino Alfano annuncia che “Gabriele Del Grande è libero. Gli ho parlato adesso sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo”. Un minuto dopo Alfano aggiunge: “Ho ricevuto questa notte la notizia della decisione da parte del collega turco Mevlut Cavusoglu. Lo ringrazio”.
La Federazione Nazionale della Stampa, che sin dal primo momento si è mobilitata chiedendo la liberazione di Gabriele Del Grande è per ribadire il forte No al bavaglio turco, ringrazia “chi ha contribuito alla sua liberazione, ovvero le autorità diplomatiche, che hanno condotto con pazienza e determinazione la trattativa per riportarlo a casa, e un grazie a chi ha sostenuto con grande passione civile la campagna #IoStoConGabriele”.
“Ora – affermano il segretario generale Raffeele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti  – non smettiamo di chiedere la liberazione degli oltre cento cronisti turchi ancora in carcere. Anche per loro il 2 maggio saremo in piazza, a Roma, per riaffermare il nostro «no» al bavaglio turco”.

 

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