Combattere il precariato, valorizzare le professionalità interne, assunzioni trasparenti

Franco Siddi spiega il nuovo modello Rai

Franco Siddi (Foto Giornalisti Italia)

Franco Siddi (Foto Giornalisti Italia)

ROMA – Il contratto di servizio approvato oggi è “un punto fermo per la Rai dei prossimi anni. Contiene, infatti, elementi di grande interesse per un servizio pubblico da offrire in maniera adeguata a tutti i cittadini italiani”. Il giornalista Franco Siddi, consigliere d’amministrazione della Rai, trova soddisfacente il frutto del negoziato fra viale Mazzini e ministero dello Sviluppo economico e sottolinea all’Adnkronos come il confronto delle ultime settimane abbia consentito di migliorare il testo originario sia dal punto di vista specificamente industriale sia delle linee di indirizzo verso una industria culturale avanzata di qualità e di servizio”.
Sul versante industriale, l’ex segretario generale della Fnsi segnala, fra gli elementi più innovativi, “le precisazioni sulla neutralità tecnologica e sulla copertura totale del segnale con affidamento all’Agcom delle eventuali controversie. Sul piano degli obblighi di offerta di contenuti di grande significato c’è l’indicazione di un canale in lingua inglese”.
Nel novero dei tasselli positivi del nuovo contratto di servizio anche “il rafforzamento degli impegni verso le persone portatrici di disabilità con l’incremento dall’80 all’85% della quota di programmazione sottotitolata e l’obbligo di audio-descrivere almeno i tre quarti dei film e delle fiction di prima serata nell’ottica di una Rai più inclusiva e attenta alla condizione di tutti i cittadini”. E, proprio su questo punto, “non è da sottovalutare la novità assoluta (articolo 25) dell’indice di coesione che introduce uno specifico sistema di analisi e monitoraggio in grado di misurare l’efficacia dell’offerta in relazione appunto agli obiettivi di coesione sociale. Una scelta che – sottolinea Siddi – consentirà di rendere visibile e chiara l’importanza e il rilievo di programmi di alta qualità e di servizio, visto che non saranno utilizzati parametri meramente mercantili riconducibili esclusivamente all’audience”.
“Un modello assolutamente nuovo – evidenzia il consigliere d’amministrazione della Rai – al quale hanno già lavorato le strutture Rai e i centri specializzati che consentirà di avere un’ulteriore elemento sfidante per il servizio pubblico in rapporto agli altri media”.
Nel nuovo contratto, pone l’accento Siddi, “è stata anche confermata la centralità della rappresentazione del territorio nazionale. Il sardo, infatti, è stato inserito nelle trasmissioni in aree specifiche fra le lingue nazionali minori accanto al friulano, al ladino e al francese, al tedesco e allo sloveno che erano già previste nelle precedenti convenzioni. Un altro dato, questo, che testimonia lo sforzo di inclusione che viene fatto e che dovrà essere messo a punto con una specifica convenzione fra Stato e Regione Sardegna”.
“Significativo poi, sul piano della gestione delle risorse, che nel contratto ci sia una declaratoria precisa per combattere e superare il precariato e valorizzare le professionalità interne oltre che trasparenti percorsi di assunzione”, osserva Siddi. Mentre “sul fronte dell’innovazione multimediale tutt’altro che irrilevante l’obbligo di fornire almeno il 90% della propria offerta televisiva e radiofonica lineare e in streaming con prodotti specifici originali. Prodotti – spiega Siddi – che, in funzione cross mediale, valorizzino la radio e aumentino l’offerta dell’immenso patrimonio delle teche”.
“A fronte di tutto ciò – evidenzia il consigliere d’amministrazione della Rai – ci sono sfide da far tremare i polsi. Ecco perché oggi il Cda ha dato il via libera non solo al gruppo per il canale inglese ma anche ad altri tre gruppi per il piano industriale, il piano editoriale e il piano news. E sarebbe stato auspicabile avere certezza assoluta dei finanziamenti per l’arco temporale della validità del contratto (2018-2022) – puntualizza – anche se le parti contraenti e in particolare l’azionista-governo non potranno certo ignorare la previsione dichiarata nel contratto e cioè che alla Rai debbono essere assicurate adeguate risorse rispetto agli obblighi che le sono stati conferiti”.
Resta, infine, “da definire – conclude Franco Siddi – in capo al governo quello che dovrà essere il futuro della presenza italiana in Euronews, considerato che ciò non è divenuto materia del contratto”. (adnkronos)

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