Il presidente dell’Odg Marche, Franco Elisei, contro l’associazione Caramella Buona

Foto vittime pedofilia, il fine non giustifica i mezzi

Franco Elisei (presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche) e la criminologa Roberta Bruzzone

ROMA – I volti delle vittime di pedofilia, uno dietro l’altro scorrono, sul nuovo portale lanciato dall’associazione “La Caramella Buona” (presieduta da Roberto Mirabile e della quale la criminologa Roberta Bruzzone è vicepresidente e direttore scientifico – n.d.r.). Su ogni immagine è postato un numero di codice. Serve a facilitare la segnalazione in caso qualcuno riconosca l’identità di uno dei minori ritratti.
Nonostante le dichiarate finalità di dare un’opportunità di “salvezza” a tanti bambini violati, è un’operazione che fa discutere. «C’è una violazione dell’articolo 114 del codice di procedura penale che vieta  la pubblicazione di immagini di minori coinvolti in fatti di cronaca, in particolar modo se vittime di violenza», ricorda all’Adnkronos il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Franco Elisei, coestensore dell’aggiornamento della Carta di Treviso. «E – aggiunge – i responsabili di tale violazione rispondono al Garante della Privacy».
Le indagini condotte dallo staff di “La caramella buona onlus”, si legge sul portale “Hidden Faces”, «hanno portato alla chiusura di siti pedo-pornografici, ma nel contempo hanno permesso di scoprire e bloccare centinaia di migliaia di video illegali, dove i bambini venivano obbligati ad avere rapporti sessuali con adulti per poi essere venduti come trofei tramite il download online dei filmati. Bloccati i website e scoperto i responsabili, invece di cancellare quei video, il nostro team li ha salvati e da questi estrapolato i volti delle vittime, consegnando poi i filmati e fotografie alla Polizia Postale Italiana di Reggio Emilia».
«Per i giornalisti – spiega Elisei – la questione si fa ancora più seria, proprio in virtù di un codice deontologico a tutela dei minori, ma non credo riguardi Roberta Bruzzone».
La nota criminologa non viene citata a caso: è lei il direttore scientifico e vicepresidente de “La Caramella Buona”, la onlus che ha inaugurato due giorni fa il portale “Volti Nascosti” (Hidden Faces) dove si trovano  appunto le immagini delle bambine.
«Sappiamo che sono vittime, perché erano in quei video», si legge sul portale in riferimento ai filmati pedopornografici segnalati alla Polizia Postale. «Ne conosciamo i volti e di molti anche la nazionalità. Ma quello che non sappiamo è il loro nome e un indirizzo, per permettere alle forze dell’ordine di intervenire e salvarli. Ora tutti voi avete ora questa opportunità», è l’invito diffuso online ai cittadini.
«Il fine non giustifica i mezzi, malgrado le buone intenzioni», evidenzia Elisei ritenendo «inopportuna questa pubblicazione e i rischi non sono da poco. D’altronde, ci interesserebbe sapere chi ha dato all’associazione l’autorizzazione a diffondere queste immagini. Un’operazione giustificabile solo se proviene dall’autorità giudiziaria». (adnkronos)

PRECISAZIONE

Riceviamo dal’avv. Monica Nassisi una «diffida, ex art 8 legge n. 47/1948 e art 595 , ii e iii co, c.p. , a immediata rimozione dell’articolo diffamatorio “Foto vittime pedofilia: il fine non giustifica i mezzi” con contestuale richiesta di cancellazione dai motori di ricerca e pubblicazione della presente rettifica e replica» in nome e per conto de “La Caramella Buona onlus”, in persona del presidente Roberto Mirabile.
Nell’articolo dell’agenzia di stampa Adnkronos, relativo alle dichiarazioni del presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Franco Elisei, coestensore dell’aggiornamento della Carta di Treviso, non figurano contenuti diffamatori, né, come dall’avv. Nassisi asserito, «evidenti quanto illegittime interferenze e ripercussioni sull’attività di contrasto alla pedofilia e pedopornografia, svolta meritevolmente da ben 23 anni», ma la legittima opinione espressa da Franco Elisei, certamente non meno legittima di quella del presidente della Caramella Buona onlus che difende e conferma la prosecuzione dell’iniziativa («faremo vedere i loro volti, affinché queste povere bambine possano essere identificate»).
L’unica, ulteriore, precisazione che ci sentiamo di ribadire – ma era già scritto nell’articolo – è che la dottoressa Bruzzone è vicepresidente e direttore scientifico dell’Associazione “La Caramella Buona onlus”.

 

 

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