A Ferrandina la prima riunione lucana del nuovo sindacato “per” e non “contro”

Figec Cisal in Basilicata è già realtà

L’Assemblea dei giornalisti lucani della Figec a Ferrandina

FERRANDINA (Matera) – Ferrandina ha tenuto a “battesimo” la sezione lucana della Figec, Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, federata Cisal.Ospiti di Palazzo Caputi, sede del Municipio di Ferrandina, una quindicina di “soci fondatori” hanno risposto all’appello dei quattro consiglieri nazionali lucani, Margherita Agata, Gianluca Boezio, Pierantonio Lutrelli e Roberta Nardacchione, dando vita in Basilicata alla prima riunione programmatica del nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dei media, dell’editoria, dell’arte e della cultura guidato dal segretario generale Carlo Parisi e dal presidente Lorenzo Del Boca.
Il leit motiv del nuovo sindacato “per” e non “contro”, hanno spiegato i promotori, è «la tutela e la difesa del lavoro esistente, ma anche la ricerca e lo sviluppo del lavoro che non c’è. Un sindacato che riporti al centro della vita del Paese il tema dell’informazione quale indice di democrazia, che può essere garantita soltanto con la libertà dal bisogno di chi lavora nei media, nel mondo della comunicazione e della cultura in tutte le sue declinazioni».
«Un sindacato – come recita il manifesto della Figec – saldamente ancorato alla realtà e al territorio, moderno, al passo con i tempi, propositivo, che sia controparte e non nemico delle aziende. Un sindacato che raccolga le istanze e sia vicino anche all’ultimo dei lavoratori e non un circolo esclusivo impegnato a difendere i privilegi di pochi, derogando al proprio ruolo per non urtare gli interessi dei grandi gruppi economici e di potere. Un sindacato che includa, non escluda, nel quale la diversità e la molteplicità dei punti di vista siano considerate occasioni di riflessione e di crescita, non un problema da risolvere annientando chi non si adegua al pensiero unico».

Pierantonio Lutrelli e Margherita Agata illustrano il Manifesto della Figec

«Un sindacato – la Figec – moderno, al passo con i tempi, propositivo e responsabile, dove il sistema delle aziende e il mondo politico siano controparti e non “amici” o “nemici” da cui accettare tutto o da avversare a prescindere. Un sindacato nel quale chiunque operi nel mondo dell’informazione, della comunicazione e della cultura trovi il suo posto, senza pregiudizi di comparto o di personali opinioni politiche; un sindacato nel quale non contino le cordate o le componenti e dove non ci siano pretese egemoniche o addirittura di autosufficienza correntizia».
Nel corso della riunione della Figec Basilicata si è parlato degli obiettivi da perseguire nell’immediato futuro e del “nuovo contratto possibile” illustrando, tra l’altro, i vantaggi del contratto nazionale di lavoro Uspi-Cisal per il giornalismo e la comunicazione, già leader nel settore dell’informazione locale online. Un contratto moderno che, oltre a riconoscere al settore significativi aumenti retributivi e contributivi, estende diritti e tutele e introduce importanti elementi di novità finora mai riconosciuti da alcun contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Si è parlato anche dell’evoluzione della professione giornalistica e dell’ipotesi di accogliere nell’Ordine la categoria dei “comunicatori”, ossia di quanti, svolgendo mansioni afferenti al lavoro giornalistico, non hanno, purtroppo, mai potuto beneficiare di una adeguata tutela. Proprio in questa direzione la Figec annovera tra i propri elenchi anche quello dei comunicatori.
Entrando nel vivo della discussione, i consiglieri nazionali Pierantonio Lutrelli e Margherita Agata hanno illustrato agli iscritti le prime mosse che la Figec intraprenderà nella regione in virtù della sua articolazione su base provinciale. Prossimità e forte ancoraggio territoriale sono, infatti, uno dei punti di forza del nuovo sindacato. Senza contare gli enormi vantaggi per gli iscritti derivanti dal servizio gratuito garantito dal Caf Cisal, ovvero dal centro di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, a partire dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, del modello Isee e, soprattutto, dall’assistenza in materia previdenziale, considerato che dal 1° luglio scorso, con il passaggio dell’Inpgi 1 all’Inps, gli uffici di corrispondenza dell’Inpgi non hanno più accesso alle posizioni previdenziali dei giornalisti dipendenti.
«Completati gli adempimenti procedurali e avviata la fase del tesseramento – hanno annunciato Lutrelli e Agata – si passa ai fatti. Prima di tutto si cercherà di aprire un dialogo con le  amministrazioni pubbliche al fine di dare piena attuazione alla legge 150/2000. Per gli enti locali lucani, infatti, sono già in cantiere interessanti proposte per la creazione di nuovi posti di lavoro nell’ambito della comunicazione istituzionale. Esigenza importante, soprattutto per le numerose piccole territorialità che ne sono totalmente sprovviste».
«Fondamentale anche – hanno aggiunto Lutrelli e Agata – il dialogo costruttivo con gli editori per l’applicazione di un contratto di lavoro, sostenibile per le aziende e dignitoso per i lavoratori, che regolarizzi i numerosi giornalisti sconosciuti agli enti previdenziali o utilizzati con contratti di lavoro formalmente autonomo, ma di fatto dipendente».

«Il nuovo contratto Uspi-Cisal – ha sottolineato Pierantonio Lutrelli – è un’ottima opportunità e introduce grandi novità sia dal punto di vista normativo che retributivo risultando, addirittura più vantaggioso del Fieg-Fnsi nella parte del lavoro autonomo».
Nello specifico, il contratto Uspi-Cisal introduce nuove figure redazionali, dettagliate e rispettose delle norme generali di tutela al lavoro e delle indicazioni recepite dalla categoria nel corso degli anni».
«L’immobilismo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni – ha concluso Lutrelli – ci ha portato ad aderire con entusiasmo alla Figec, convinti che, attraverso la nuova organizzazione sindacale, sarà possibile riuscire davvero a cambiare il modo di intendere la nostra professione che, per molti, è ancora ancorata a canoni anacronistici che, ad oggi, invece di snellire e migliorare il nostro lavoro, lo rallentano e lo rendono un’attività elitaria possibile solo per una piccolissima percentuale di professionisti del settore». (figec.it)

Francesco Gucci

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