Archiviata la seconda querela per diffamazione per la vicenda Bcc Terra d’Otranto

Fabiana Pacella ha fatto solo la giornalista

Fabiana Pacella

LECCE – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha archiviato “perché il fatto non sussiste” la seconda querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti della giornalista Fabiana Pacella per la vicenda Bcc Terra d’Otranto. «E pensare – sottolinea la stessa giornalista – che l’accusa faceva “espressa istanza di punizione nei confronti di Fabiana Pacella”.»
«Premesso che nel caso in scrutinio – scrive il Gip del Tribunale di Lecce nel decreto di archiviazione – è pacifica la sussistenza di un evidente pubblico interesse alla conoscenza delle notizie divulgate, relative ai tassi praticati da un istituto di credito (peraltro inserite in un contesto storico in cui il detto istituto era stato al centro di attività di indagine), le denunce prodotte in udienza dalla difesa dell’indagata sono univocamente dimostrative della veridicità delle notizie diffuse nei citati articoli giornalistici. Per le rilevate ragioni, deve disporsi l’archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato».
«Parlai – ricorda Fabiana Pacella – di denunce per usura all’epoca presentate da alcuni soci. Sostennero che la notizia non fosse vera. Ma in udienza con l’avv. Carlo Gervasi, abbiamo prodotto le prove documentali. La mia inchiesta andrà avanti sempre, senza paura, con libertà e trasparenza. È dovere di chi sceglie la professione giornalistica tenere fede al patto coi lettori».
Associazione della Stampa di Puglia e Fnsi esprimono «piena soddisfazione per il decreto di archiviazione con cui il gip del Tribunale di Lecce ha chiuso l’incredibile vicenda toccata alla collega Fabiana Pacella, perseguitata per anni da minacce, querele temerarie e un rinvio a giudizio con imputazione coatta per diffamazione, solo per aver svolto un’inchiesta sulla Bcc Terra d’Otranto pubblicata su Nuovo Quotidiano di Puglia e Il Sole24Ore».
«Non solo – sottolinea il sindacato dei giornalisti – il lavoro giornalistico di Pacella veniva presentato dai querelanti come una sorta di accanimento, ma si rimarcava la necessità di prevedere la pena detentiva, a conferma del tentativo di bloccare l’inchiesta e la battaglia per la verità sul caso. Per fortuna il pm aveva da subito chiesto l’archiviazione per la collega, contro cui era stata fatta opposizione, e la difesa aveva prodotto in udienza preliminare le prove documentali attestanti la veridicità delle notizie pubblicate e le denunce per usura, rimarcando l’evidente interesse pubblico delle notizie divulgate». (giornalistitalia.it)

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