Per la prima volta giornalisti e tecnici hanno bloccato telegiornali e trasmissioni

Euronews, mannaia sulla redazione italiana

LIONE (Francia) – Euronews, il canale televisivo europeo all news, con quartier generale a Lione, si è fermata oggi, martedì 9 febbraio, per uno sciopero dei giornalisti e dei tecnici che ha impedito, per la prima volta nella sua storia, di mandare in onda telegiornali e trasmissioni.
Giornalisti e tecnici chiedono alla direzione un piano di sviluppo e soprattutto di investimenti all’altezza delle ambizioni di una televisione che trasmette 24 ore su 24, di bloccare i licenziamenti e rivendicano condizioni di lavoro migliori. Dopo mesi di negoziati tra i dipendenti e l’amministratore delegato Michael Peters lo sciopero è stato inevitabile contro il secondo piano di ristrutturazione, in meno di tre anni, annunciato il 17 novembre scorso.

Michael Peters

Il piano, ormai in dirittura d’arrivo, nella prima stesura prevedeva la soppressione di circa 50 posti di lavoro su 400. I sindacati in questi mesi sono riusciti a salvare qualche posto di lavoro, ma la principale vittima dei nuovi tagli rischia di essere la redazione italiana formata da 17 giornalisti, che lavorano per il canale televisivo e curano allo stesso tempo il sito web in italiano.
Stando al piano di ristrutturazione, l’italiano sparirebbe come canale televisivo autonomo, resterebbe  unicamente il sito web e la redazione passerebbe da 17 persone a 10-11.
Le altre redazioni di Euronews (inglese, spagnola, tedesca, francese, portoghese, russa) continuano a lavorare per la televisione e sono toccate da tagli decisamente minori: vedranno sacrificato un posto al massimo.
«Un taglio drastico, a causa del quale la redazione italiana non sarebbe più nelle condizioni di garantire un servizio di qualità. E il Paese perderebbe l’unica voce in lingua italiana presente nel panorama dei media europei. Una perdita che avrebbe ricadute amare, in una fase cruciale per lo sviluppo dell’Italia e dell’euro». In questi termini si è espressa la senatrice Laura Garavini, che ha presentato un’interrogazione ai ministeri degli Esteri e dello sviluppo.

Il quartier generale di Euronews a Lione

I giornalisti di Euronews trovano «inspiegabile e ingiustificabile con il solo deficit finanziario, una scelta strategicamente miope, che rappresenta anche un colpo basso per la Rai, azionista storica».
Il canale italiano di Euronews ha fatto la storia di questa televisione. Costola della Rai, proprio la televisione pubblica italiana è stata all’origine del progetto di Euronews nel 1993. L’idea stessa di una tv europea, per contrastare il monopolio della Cnn, venne lanciata da Massimo Fichera, allora vicedirettore generale Rai e vicepresidente dell’Eurovisione, che ne fu anche il primo presidente.
L’italiano sarebbe il solo servizio europeo d’Euronews a scomparire dopo 27 anni. E questo malgrado le ingenti somme versate dalla Rai per più di 15 anni. Un vulnus irreparabile per l’Italia e per il giornalismo italiano. Euronews garantisce, infatti, un’informazione da una prospettiva privilegiata, lontana dai centri di potere e attenta più che mai all’essenza della notizia. Dall’Italia, dall’Europa, dal mondo. (giornalistitalia.it)

Snj: “Non c’è informazione senza i giornalisti!”

PARIGI (Francia) – SNJ, il sindacato francese più rappresentativo fra i giornalisti di Euronews, ritiene che la nuova organizzazione della redazione proposta come parte del piano di esuberi, noto come “piano di protezione del lavoro” (PSE), e gli obiettivi finanziari fissati dal management potrebbero essere pianificati senza licenziamenti.
SNJ ha, infatti, avanzato proposte a costo zero per non ridurre la forza lavoro, contrariamente al taglio di circa 50 posti di lavoro ed al licenziamento di 30 giornalisti su 202 attualmente assunti a tempo pieno, pianificati dalla direzione di Euronews.

LA LINGUA ITALIANA COLPITA AL CUORE

Questo piano licenziamenti interessa la maggior parte delle lingue europee di Euronews, ma investe soprattutto l’italiano, una delle lingue fondatrici del canale d’informazione europeo multilingue varato nel 1993. Il servizio in lingua italiana passerebbe dalla televisione al digitale con la metà degli effettivi: inaccettabile! SNJ Euronews ritiene che le decisioni prese dal management siano l’anticamera di ulteriori tagli di posti di lavoro in altri servizi linguistici nei prossimi mesi.
Euronews dispone di 12 edizioni linguistiche (inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano, portoghese, russo, arabo, turco, persiano, greco e ungherese). Ad eccezione della lingua inglese, il personale dei vari servizi linguistici europei è già stato ridotto all’osso negli ultimi tre anni. Dal 2017 hanno lasciato l’azienda più di 100 dipendenti: queste partenze sono costate somme esorbitanti che avrebbero potuto essere investite nell’attività editoriale.

LA FINE DEL SERVIZIO TURCO?

SNJ Euronews è anche molto preoccupata per l’annunciata scomparsa del servizio in lingua turca. Il lavoro dei nostri colleghi è davvero indispensabile ed essenziale, e lo è ancora di più nel contesto attuale in cui la Turchia è considerata da Reporter Senza Frontiere «la più grande prigione al mondo per i professionisti dei media».

L’ALLARME DEGLI ESPERTI

Nell’ambito del PSE, il gabinetto di esperti incaricato dal CSE invita la direzione di Euronews ad evitare politiche ricattatorie. Di fronte alla gravità della situazione è stata lanciata una “allerta per pericolo grave e imminente di rischi di scompensi individuali e/o collettivi qualora la strategia (e il progetto in esame) venga mantenuta così com’è». (giornalistitalia.it)

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