Sgravi contributivi totali e molto consistenti, per 3 anni, fino ad 8.060 euro annui

Entro il 31 dicembre assumere giornalisti conviene

Edmondo Rho

Edmondo Rho

InpgiMILANO –  Ultimi 4 giorni per assumere lavoratori ottenendo un beneficio più alto: infatti le assunzioni a tempo indeterminato che avvengono entro il prossimo 31 dicembre 2015 danno diritto a sgravi contributivi totali e molto consistenti, per tre anni, fino a un massimo di 8.060 euro su base annua. Ciò significa che assumere oggi dà diritto a sgravi fino a 24.180 euro nel prossimo triennio: contro un beneficio massimo di 6.500 euro per le assunzioni dopo il prossimo 1 gennaio 2016 dato che gli sgravi saranno previsti anche nel 2016 ma saranno ridotti, fino a un massimo di 3.250 euro su base annua e per soli due anni, non più per tre.
Nel dettaglio, la legge di stabilità 2015 prevede l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro e la durata degli sgravi è pari a 36 mesi a partire dalla data di assunzione o di trasformazione a tempo indeterminato.
La legge di stabilità 2016 prevede, invece, sgravi per un periodo massimo di 24 mesi e l’esonero dal versamento del 40% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di 3.250 euro su base annua.
Anche i giornalisti hanno diritto a essere assunti con gli sgravi, molto vantaggiosi, previsti dalla legge di stabilità 2015. Si sono già registrate quest’anno oltre 400 nuove assunzioni a tempo indeterminato di colleghi.
L’iter per ottenere il beneficio non è stato breve né semplice e si è concluso (dopo l’approvazione da parte dei ministeri della delibera del cda Inpgi in merito) con la firma di una convenzione tra Inpgi e Inps per il trasferimento degli sgravi. E adesso, la scadenza del 31 dicembre costituisce un’opportunità che le aziende dovrebbero cogliere al volo, dato il risparmio notevole che avranno nel prossimo triennio: e questo vale sia per le imprese editoriali che tentano di uscire dalla crisi, sia per tutti gli altri datori di lavoro, per esempio quelli che intendono assumere giornalisti per le attività di ufficio stampa, comunicazione, web e così via.
La circolare per le aziende sugli sgravi 2015 è su Giornalisti Italia dal 13 novembre scorso e va precisato che il beneficio vale per tutte le assunzioni, nel settore privato, a tempo indeterminato: quindi sia con contratto Fnsi (art. 1, 2, 12 e 36 del contratto Fieg, o contratto Aeranti-Corallo) sia con altri contratti non giornalistici se le aziende non editoriali assumono giornalisti per le loro attività di comunicazione (sono escluse solo le pubbliche amministrazioni).
Sul tema delle assunzioni dei giornalisti va aggiunto che spesso alle aziende vengono date informazioni imprecise o inesatte (le norme della nostra categoria sono poco note a commercialisti, consulenti del lavoro, e così via) e, quindi, conviene andare direttamente alla fonte: la Fieg o la Fnsi per le interpretazioni contrattuali, l’Inpgi per le norme previdenziali.
Occorre dare un servizio sempre più efficiente: ai colleghi e alle aziende vanno spiegate bene le norme. Oggi la situazione nella categoria è difficile: non tanto per quanto si legge a volte sui social network, ma per la paura che attanaglia i giornalisti a causa della crisi. Perciò va data una migliore comunicazione ai colleghi: chi attacca il Cda uscente enfatizza le difficoltà dell’Inpgi, ma dimentica spesso le vere motivazioni del disavanzo previdenziale, ovvero la contrazione del mercato del lavoro (oltre il 15% di occupazione in meno negli ultimi 5 anni) e gli stati di crisi a gogo con oltre 700 prepensionamenti che hanno fatto diminuire di più di 20 milioni i contributi versati, oltre ai costi sostenuti dall’Inpgi per la cigs e i contratti di solidarietà.
La realtà è che, ciò nonostante, nel nostro Istituto abbiamo un patrimonio superiore ai 2 miliardi di euro e, dal 2008 a oggi, abbiamo ottenuto rendimenti finanziari per più di 500 milioni, oltre alla rivalutazione contabile degli immobili conferiti nel Fondo. I rendimenti sono soldi veri, serviti per erogare regolarmente le prestazioni: come noto, i contributi non sono sufficienti, la perdita di posti di lavoro per i giornalisti è stata sei volte superiore a quella media dell’Italia e ciò ha determinato lo squilibrio previdenziale, che supera i 100 milioni annui e ha reso necessario varare la riforma. E oggi ai colleghi preoccupati possiamo dire: non date retta ai profeti di sventura, in futuro continueremo a pagare le pensioni utilizzando anche il patrimonio accumulato.
In definitiva, c’è una “ricetta” per uscire da questa difficile situazione? Il cda Inpgi ha varato una riforma equa, che mantiene per i colleghi un vantaggio (anche se ridotto) sul sistema Inps, ma il vero punto è che non c’è previdenza senza lavoro. Perciò occorre allargare la base occupazionale, e contributiva, con il prossimo rinnovo del contratto con la Fieg, come sostiene giustamente il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso. Inoltre va riproposta l’idea – su cui insiste in particolare Carlo Parisi, recentemente nominato Segretario generale aggiunto della Fnsi – di trasformare i co.co.co. in art. 2. Infine, il gioco di squadra in prospettiva deve riguardare, oltre all’Inpgi e alla Fnsi, anche l’Ordine dei giornalisti: di carne al fuoco ce n’è tanta, vediamo di non farla bruciare.

La circolare
Il modulo per richiedere gli sgravi contributivi

Edmondo Rho

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