Parisi (Fnsi): “Episodio troppo chiaro per rimanere impunito. Tanti rischi, poca dignità”

Ennesima minaccia ai giornalisti Comito e Mobilio

Francesco Mobilio

Francesco Mobilio

Pietro Comito

Pietro Comito

VIBO VALENTIA – “Pi mo u iettasti. A scordata…i frati 7,65. Mu ti guardi sempre”. Una frase minacciosa scritta al computer su un pezzo di carta infilato in una busta contenente un proiettile di pistola calibro 7,65 e indirizzata a due giornalisti e un avvocato vibonesi: Pietro Comito, direttore responsabile dell’emittente televisiva LaC, Francesco Mobilio, cronista del Quotidiano del Sud in servizio nella redazione di Vibo Valentia, e l’avvocato Marco Talarico, ex presidente del Consiglio comunale della città.
Nella busta anche il titolo di un articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud che si riferisce al famoso “Palazzo della Vergogna”, in pieno certo cittadino, recentemente abbattuto perché vetusto e pericolante. La frase, tradotta in italiano, potrebbe, quindi, riassumersi in: “Per ora (il palazzo) l’avete buttato già. Da oggi in poi state attenti ai colpi di pistola calibro 7,65”.
A firmare l’ordine del giorno per l’esproprio del palazzo, approvato nel 2008 dal Consiglio Comunale vibonese, era stato, infatti, proprio Talarico. E sei anni fa, in coincidenza con l’inizio dei lavori di demolizione del palazzo rimasto disabitato per 24 anni, un’altra lettera minatoria era stata recapitata ai giornalisti Francesco Mobilio e Giuseppe Baglivo ed al presidente del Consiglio Comunale.
Come se non bastasse, nella notte di Santo Stefano del 2009 era stata incendiata l’autovettura della compagna di Mobilio, che più volte si è occupato del caso. Quanto a Pietro Comito, ex responsabile della redazione vibonese del Quotidiano, a intimidazioni e danneggiamenti, purtroppo, ci ha fatto il callo.
Sull’ultima minaccia indagano i Carabinieri della Stazione di Vibo Valentia, che hanno preso in consegna la busta dopo la denuncia presentata dai destinatari dell’intimidazione, mentre il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, prima di cedere il testimone a Carmelo Casabona per assumere  le funzioni di direttore centrale per le risorse umane presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, ha convocato per lunedì prossimo una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
“Esprimere piena e convinta solidarietà ai colleghi Pietro Comito e Francesco Mobilio ed alle redazioni de LaC e del Quotidiano del Sud, oltre naturalmente all’ex presidente del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, Marco Talarico, è un atto scontato e doveroso, ma non basta più”, sottolinea il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, secondo il quale “il ripetersi della medesima intimidazione a distanza di sei anni ripropone, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno dell’impunità di coloro che, a vario titolo e nelle più svariate forme, attentano alla libertà personale di quanti sono quotidianamente impegnati ad affermare e diffondere la cultura della legalità soprattutto in territori, come quello vibonese, particolarmente influenzati dal condizionamento mafioso”.
“Territori – sottolinea Carlo Parisi – nei quali c’è ancora chi pensa che basti spedire un proiettile in una busta per tappare la bocca o spezzare la penna ai giornalisti seri e impegnati a svolgere semplicemente il proprio mestiere. Episodi come questo – aggiunge il segretario del sindacato dei giornalisti – devono indurre seriamente a riflettere giornali e giornalisti sul valore della professione che non può e non deve essere gestita con superficialità, né tantomeno affidata a giovani ed inesperti cronisti mal pagati o non pagati affatto a fronte del rischio della vita o, nella migliore delle ipotesi, del far vivere nella paura le proprie famiglie”.
“Non è possibile, non è accettabile – aggiunge Parisi – che dopo sei anni il responsabile o i responsabili di un episodio circostanziato come questo non abbiano ancora un nome. La Prefettura di Vibo Valentia, sempre sensibile ai problemi dei giornalisti,  stimoli, quindi, forze dell’ordine e magistratura a fare piena luce sull’episodio e ad assicurare i responsabili alla giustizia”.
“Non è, inoltre, possibile – conclude il segretario generale aggiunto della Fnsi – che validi e stimati giornalisti siano costretti a chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita senza la certezza di uno stipendio a fine mese. E quanto sia giusto dover combattere con un altro «nemico» che non impugna la pistola, ma ti toglie comunque il sonno e la dignità: l’editore che ti paga a singhiozzo o non ti paga affatto mentre continui, con serietà, professionalità e coraggio, a tenere alta la bandiera della qualità dell’informazione e della libertà di stampa”. (giornalistitalia.it)

3 commenti

  1. Flora Sculco (consigliere regionale della Calabria di “Calabria in Rete”)

    Speriamo che, oltre a ricevere solidarietà, i giornalisti Francesco Mobilio del Quotidiano del Sud, Pietro Comito direttore de LaC e l’avvocato Mauro Talarico di Vibo e l’altro giorno la giornalista Alessia Candito del Corriere della Calabria, possano presto conoscere i nomi e cognomi di chi nell’ombra ordisce intimidazioni ed infausti propositi.

  2. Sebastiano Barbanti (deputato Gruppo Misto)

    I giornalisti che hanno subito il grave atto intimidatorio hanno bisogno soprattutto delle istituzioni, non solo della solidarietà. Siamo alle solite, due giornalisti fanno il loro lavoro nell’amara terra di Calabria e le cosche, non appena hanno il sentore che siano emarginati dalle istituzioni, colpiscono.
    In questi casi è giusto che le istituzioni diano solidarietà a chi subisce questi atti meschini, ma ritengo che sia necessario soprattutto far sentire la presenza delle istituzioni con atti concreti, magari con la copertura politico-istituzionale delle indagini giornalistiche che hanno punto sul vivo le cosche.
    Detto questo sono disponibile nel supportare le loro future indagini giornalistiche e quelle in corso ed auspico che la politica tutta faccia seguire alla solidarietà azioni concrete affinché queste azioni deprecabili non abbiano più niente a che fare con la nostra terra e la nostra cultura.

  3. Vincenzo Pasqua (consigliere regionale della Calabria “Oliverio Presidente”)

    Ai giornalisti e cari amici Francesco Mobilio del Quotidiano del Sud e Pietro Comito direttore de LaC, nonché all’avvocato Maro Talarico, esprimo la mia piena e convinta solidarietà per l’intimidazione subita. C’è dell’ostinazione in queste vigliaccate con cui forze oscure prendono di mira giornalisti seri ed apprezzati per il lavoro che svolgono nell’interesse generale, ma la Calabria, consapevole dell’importante posta in gioco, saprà sempre schierarsi contro chi intende mettere il bavaglio all’informazione, perché senza libertà di stampa non c’è democrazia e non c’è sviluppo.

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