Grave denuncia del quotidiano oggetto di minacce telefoniche e danneggiamenti

Ennesima intimidazione a Cronache Lucane

Maria Fedota (nel riquadro) e la sua autovettura con il finestrino sfondato

POTENZA – “Ennesimo atto intimidatorio alla redazione di Cronache Lucane”. Lo denuncia lo stesso quotidiano rendendo noto che “ancora una volta a finire nel mirino è il direttore di testata Maria Fedota, la quale nei giorni scorsi aveva ricevuto alcuni pesanti messaggi minatori”.
“La redazione – spiega Cronache Lucane – aveva deciso di non dare notizia dell’accaduto per non fomentare strumentalizzazioni, soprattutto in questa delicata fase di campagna elettorale, giacché le minacce pervenute da ambienti politici vicini a uno dei candidati presidente. Ciò che però la redazione non può non raccontare è l’escalation di tali gravi, gravissimi atti di violenza. Iniziati tempo fa con l’apposizione di un volantino sessista scritto a mano sempre sull’auto della giornalista. Sfociati prima in minacce telefoniche e poi nell’atto vandalico odierno”.
Ieri notte, infatti, l’autovettura di Maria Fedota, parcheggiata nel piazzale antistante la sua abitazione, “è stata fatta oggetto di ingenti danneggiamenti di chiara matrice intimidatoria, con lo sfondamento di un finestrino”.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato che indagano sull’episodio. La redazione di Cronache Lucane, intanto, “si stringe attorno al proprio direttore, rimandando al mittente ogni atto di intimidazione e ribadendo quanto già espresso: questa testata è, e sarà, il cane da guardia della democrazia, nn il cane da compagnia di nessuno”.
Solidarietà al direttore di Cronache Lucane, Maria Fedoda, viene espressa dall’Assostampa e dall’Ordine dei Giornalisti della Basilicata, i quali “confidano nel lavoro delle Forze dell’Ordine affinché, con la massima tempestività, possano ricostruire i fatti, individuando e denunciando i responsabili di simili vili attacchi. A essere minacciata, come sempre in questi casi, non è soltanto la giornalista bersaglio dell’atto intimidatorio, ma la libertà di stampa nel suo complesso e il diritto dei cittadini a essere informati”. (giornalistitalia.it)

 

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