Aggiornato al 18 giugno prossimo il processo contro i tre esponenti del sindacato

Egitto, i giornalisti: “Non ci chiuderete la bocca”

IL CAIRO (Egitto) – È stato aggiornato al 18 giugno il processo contro tre esponenti del sindacato dei giornalisti egiziani accusati di aver nascosto nella sede dell’organizzazione due colleghi ricercati dalla polizia e di aver pubblicato notizie false su un assalto della sicurezza per arrestare i due ricercati. Dopo una breve camera di consiglio, la Corte del tribunale di Kasr el Nil, ha accolto la richiesta dei difensori di rinviare l’udienza per motivi procedurali.
Uno dei tre imputati, il segretario del sindacato, Gamal Abdel Rehim – gli altri due sono il presidente, Yehya Qalash, ed il presidente del comitato per le libertà dei giornalisti, Khaled E Balshi – ha dichiarato di aspettarsi il rinvio. Ha anche affermato che, comunque, il sindacato avrebbe accettato comunque ogni decisione della Corte. In ogni caso – ha detto al sito del quotidiano Al Masry al Youm – nessuno può chiudere la bocca al sindacato dei giornalisti: “è questo quello che è successo durante il regime di Mubarak e quello dei Fratelli musulmani”.
I giornalisti che si erano radunati davanti al tribunale si sono poi allontanati, così come hanno fatto i rappresentanti dell’Unione Europea, dell’ambasciata tedesca, e gli attivisti dei diritti umani. Gli episodi ai quali si riferiscono le accuse contro i giornalisti risalgono al primo maggio quando forze di sicurezza entrarono, per la prima volta nella storia, nella sede del sindacato dei giornalisti e vi arrestarono due colleghi ricercati, Amr Badr e Mahmoud El Sakka.
Secondo i giornalisti l’operazione fu compiuta con violenza, mentre il governo ha sempre smentito questa circostanza. Subito dopo il sindacato chiese le dimissioni del ministro dell’interno. Il 30 maggio Qalash, Abdel Rehim e El Balshi furono interrogati per alcune ore dalla magistratura. (Ansa)

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