Denuncia del direttore Alessandro Biancardi: “Quando le candeline diventano un cero”

Dopo 13 anni chiude il quotidiano PrimaDaNoi.it

PESCARA – «PrimaDaNoi.it si spegne. È l’annuncio che non avremmo mai voluto dare e che da anni abbiamo cercato di allontanare il più possibile, fino a quando resistere non è stato più sufficiente. Così siamo costretti a fermarci: da oggi non troverete più notizie aggiornate qui».
Il direttore Alessandro Biancardi annuncia, così, la cessazione delle pubblicazioni di PrimaDanoi.it, il primo quotidiano on line d’Abruzzo nato il  26 settembre 2005 «in un momento in cui la tecnologia era ancora una speranza da queste parti, appena prima dei grandi scandali e in un momento di forti cambiamenti».
«Il 26 settembre 2018, 13 anni esatti dopo, dobbiamo fermarci – spiega Biancardi – perchè non possiamo più garantire la sostenibilità del quotidiano e lo facciamo prima di contrarre debiti che non potremo onorare.
È la fine di un sogno che si è trasformato in un incubo, poichè spesso siamo diventati noi il nemico di troppi e il bersaglio da colpire».
«PrimaDaNoi.it – denuncia il direttore – muore per asfissia lentissima: un quotidiano vive di pubblicità, ma siamo stati bravini a raccogliere quella nazionale e pessimi a convincere gli imprenditori sotto casa. Chissà perchè…
PrimaDaNoi.it muore per l’isolamento nel quale è stato relegato solo perchè siamo stati “cattivi” con i potenti e qualche difficoltà (piccolissima) in questi lunghi anni gliela abbiamo pure creata.
PrimaDaNoi.it muore perchè in questa terra, oggi, la verità, l’informazione, il giornalismo d’inchiesta non sono ritenuti ancora beni vitali dal cittadino comune.
E quindi – sottolinea Biancardi – è la fine di un ciclo, di una stagione della nostra vita e di qualcosa di impalpabile che c’è e che assomiglia, chissà, forse, ad un punto di riferimento o ad una boccata d’aria».
«È molto probabile – ipotizza il direttore di PrimaDanoi.it – che tra un paio di mesi anche il sito, con i suoi 500mila articoli di cronaca e inchieste abruzzesi, svanirà nel cimitero digitale e non vi sarà più alcuna traccia di quello che è stato.
Per noi, però, non è una sconfitta: non siamo noi a perdere.
Noi siamo quelli che per 13 anni esatti hanno resistito ad ogni sorta di tempesta, sgambetto o tranello, che hanno nuotato sempre controcorrente (purtroppo) e hanno combattuto soli contro tutti.
E quello che non ti ammazza, ti spegne: anche se ci è riuscito solo ora».
«Lo diciamo chiaramente e urlando – incalza Alessandro Biancardi – perchè rimanga agli atti: la fine di PrimaDaNoi.it è la prova inconfutabile che l’informazione libera, svincolata e indipendente davvero non può esistere, se non per poco. I patti, invece, sono la via unica anche per un giornale di sopravvivere ed è proprio per questo che non si può essere “indipendenti”, come noi, da tutti; a qualcuno devi pur appoggiarti e fare qualche favore se vuoi che poi ti difenda.
Come direttore mi ritengo l’unico responsabile per aver sempre tenuto una linea editoriale intransigente, improntata solo all’interesse pubblico senza mai farci intralciare da quelli privati (nemmeno i nostri).
La mia è stata una leggerezza imperdonabile ma mai avrei potuto immaginare che il Paese fosse malato a tal punto da trasformare una così preziosa virtù in una sentenza di morte.
Come giornale abbiamo sempre seguito i più alti principi morali (dunque nulla di più antiquato e retrogrado) e certe cose si pagano, qui ed ora, a caro prezzo.
Quando abbiamo iniziato immaginavamo che sarebbe stato difficilissimo ma non conoscevamo certi biechi meccanismi e certi ingranaggi che poi ci hanno stritolato».
Ricordando le sentenze sul “diritto all’oblio” che, nel 2010, “per primi al mondo”, hanno colpito la testata, Biancardi punta l’indice sulla “nuova stagione di censure” affermando che «da allora e a causa di quelle decisioni, il declino è stato inesorabile e ancora più veloce. Condannati per aver violato una legge che non c’è in nome della privacy».
«Noi – spiega Biancardi – abbiamo cercato di difendere il vostro diritto di conoscere negando la cancellazione di articoli veri e mai diffamatori e ci siamo trovati contro prepotenti e giudici».
«Per dirne una,– denuncia ancora Biancardi – c’è un tizio che da sette anni mi minaccia di morte e profetizza di lasciarmi in mutande: per fortuna si è avverata solo la seconda».
L’informazione seria e le inchieste giornalistiche hanno per noi un carattere sacrale ma costano tanti soldi, molta fatica e svariate conseguenze e noi, da soli, per questi anni ci siamo fatti carico di tutto questo, ma ora non siamo più in grado di fronteggiare tutti i rovesci ed i guasti di un Paese degradato».
«PrimaDaNoi non può e non deve chiudere. Sarebbe una sconfitta per la democrazia e per l’intero sistema dell’informazione abruzzese», affermano il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il segretario del Sindacato giornalisti abruzzesi, Ezio Cerasi, sostenendo che “non può chiudere perché non possono morire la libera informazione e il giornalismo d’inchiesta, punti di forza di uno dei primissimi siti di informazione on line, nato in Abruzzo 13 anni fa, e di altre realtà editoriali della regione».
«Non possiamo più – aggiungono Odg e Sga – essere spettatori silenti: una società che vuole essere autenticamente democratica ha bisogno di una stampa libera e indipendente e la chiusura dell’ennesima testata giornalistica, mina alle basi il diritto di ogni cittadino ad essere informato. È tempo che le istituzioni facciano la loro parte: l’Abruzzo è forse l’unica regione italiana, a non avere una legge a sostegno dell’editoria locale. Legge promessa e rimasta bloccata per anni nei cassetti degli uffici e nelle commissioni. Ma la chiusura di “PrimaDaNoi” ci racconta anche l’ennesima storia di attacchi alla professione giornalistica, che passa attraverso le citazioni e le querele temerarie, minacce e ritorsioni da parte di chi di libertà di stampa non vuole sentire parlare».
Per questo il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, sostenuti dalla Fnsi, annunciano «una mobilitazione che coinvolgerà anche quei rappresentanti delle istituzioni che ancora credono nella democrazia e nella libertà di stampa, altri sindacati e la società civile, per rilanciare i temi della libera informazione e della sostenibilità economica delle testate giornalistiche».
Sindacato e Ordine «si impegnano e si impegneranno con maggiore forza per aprire, sul nostro territorio, una grande vertenza informazione, un confronto su tutti i problemi che non sono solo della categoria, ma dell’intera collettività regionale».
«Solidarietà e preoccupazione per l’annunciata chiusura del quotidiano online PrimaDaNoi» viene espressa anche dal Comitato di Redazione della Tgr Rai Abruzzo nei confronti di «un sito di informazione che negli anni si è distinto per le inchieste realizzate, la tempestività nel riportare notizie e l’autonomia da politica e poteri fort» e augurandosi che «possa esserci una soluzione diversa e positiva alla vicenda, onde evitare un ulteriore impoverimento del patrimonio informativo regionale». (giornalistitalia.it)

 

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