On line una versione a pagamento e una gratis “perché l’informazione è un diritto”

Domani a 1 euro, ma vivrà solo grazie al digitale

Carlo De Benedetti, editore del Domani in edicola e on line dal 15 settembre

DOGLIANI (Cuneo) – In edicola a 1 euro, ma il suo successo non dipenderà dalle copie vendute, ma dagli abbonamenti della versione digitale. Anzi delle versioni digitali, che – afferma il direttore Stefano Feltri – saranno due: una più lunga e l’altra più breve, quest’ultima gratis «perché l’informazione è un diritto». È “Domani”, il quotidiano di Carlo De Benedetti che debutterà il 15 settembre occupandosi di politica, economia, ambiente, cultura e inchieste. Niente cronaca e niente sport. Lo ha annunciato lo stesso De Benedetti, a Dogliani, presentando il giornale con il direttore Feltri al Festival della Tv e dei nuovi media.
«Può stupire l’idea di fare un giornale oggi, quando la stampa ha dei problemi per un calo della pubblicità, ma noi – sottolinea De Benedetti – volevamo fare un atto concreto di ottimismo: fare un giornale oggi infatti è un atto coraggioso e di ottimismo che come dice testata conferma che “crediamo nel domani”».
«Non è possibile ripetere l’esperienza di Repubblica, non è un amarcord. Sono tempi diversi. Allora i partiti erano strutturati, oggi non esistono più e comunque non sono più centri di elaborazioni del pensiero. Il rapporto che c’è stato tra la Repubblica ed il mondo che guardava ad un riformismo di sinistra non è ripetibile. Non vedo il Pd così impegnato sulle diseguaglianze».
«Oggi – afferma De Benedetti – i giornali in Italia sono dichiaratamente di destra, li conoscete tutti; poi ci sono i giornali di centro, dal Corriere a Repubblica. Poi c’è un vasto mondo che rappresenta circa il 30% della popolazione italiana che culturalmente si dice riformista, ma con una priorità: cercare di dimostrare e combattere l’insostenibilità delle diseguaglianze. È questo quello che faremo. E lo faremo con una unicità che è l’indipendenza: io non ho ormai da anni nessuna attività economica, amministro il mio patrimonio, ma non ho nessuna attività, non devo niente a nessuno. Siamo, quindi, liberi dai potentati politici ed economici. Gli altri, o perché hanno debiti o perché fanno altre attività, sono condizionati da interessi dell’editore».

Stefano Feltri

De Benedetti garantisce l’indipendenza del giornale sottolineando: «Ho costituito una fondazione alla quale, dopo una fase di start up che durerà due anni, verrà conferita la proprietà del giornale. Sarà il primo giornale in Italia di proprietà di una Fondazione».
«Vogliamo fare – ha spiegato Feltri – un giornale sostenibile, autorevole e solido. Un giornale non deve avere un’influenza politica. È naturalmente contropotere e per questo non può essere governativo, ma neanche antigovernativo a prescindere. Deve rispondere ai lettori e non al governo». (giornalistitalia.it)

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