Il questore Panvino: “Lo Stato c’è. Rompiamo l’omertà”. Coordina Antonella Marazziti

Crotone contro la violenza sulle donne

Il questore Renato Panvino e la Questura di Crotone

CROTONE – Nessun palco, nessuna distanza. Martedì 4 giugno, alle 18.30, il lungomare di Crotone si trasformerà in uno spazio di ascolto e di presenza concreta. Non sarà il solito convegno, ma un’iniziativa pensata per stare tra la gente, non sopra di essa. Un modo per dire a voce alta che la violenza sulle donne non è più un fatto privato e che lo Stato c’è. Fisicamente, simbolicamente, umanamente.

Maria Lucia Cosentino

A volerlo fortemente è stato il questore Renato Panvino, che ha ideato l’evento in collaborazione con il Soroptimist Club di Crotone, guidato da Maria Lucia Cosentino e si inserisce in un momento in cui l’Italia continua a confrontarsi con numeri allarmanti: oltre cento femminicidi ogni anno, un dramma sociale che attraversa tutte le regioni, da nord a sud, senza distinzioni.
«La violenza sulle donne – afferma Panvino – è una ferita aperta. Il nostro nemico è la rassegnazione». E contro quella rassegnazione ha scelto un’arma chiara: la presenza viva delle istituzioni.
Un gesto che vuole spezzare l’omertà, quel silenzio sociale che spesso circonda i casi di abusi e maltrattamenti, soprattutto in contesti piccoli, dove tutto si sa ma niente si dice.

Wanda Ferro

Crotone non è sola. Ma da qui parte un segnale: non bastano le leggi, servono presenze reali, credibili, capaci di entrare nelle pieghe delle comunità, anche le più piccole e marginali. «Le donne devono sapere – ha aggiunto – che lo Stato c’è, che non sono abbandonate. Parlare non basta, bisogna esserci». Ecco perché ha messo insieme il vescovo, mons. Alberto Torriani, il procuratore Domenico Guarascio, il sottosegretario del Ministero dell’Interno, Wanda Ferro, il prefetto Franca Ferraro, il presidente di Soroptimist e tutte le associazioni di categoria, per far sì che la voce dello Stato attraversi le strade, anche quelle più in ombra, per dare corpo a un dialogo che spesso resta confinato tra le mura dei palazzi.

Franca Ferraro

A pochi giorni dall’evento, il messaggio è già chiaro: nessuna donna deve sentirsi sola. «Abbiamo bisogno – ha spiegato il questore – di un approccio che parta dalla realtà. Le donne devono sapere che lo Stato c’è, che non sono abbandonate. Parlare non basta, bisogna esserci. Per questo abbiamo scelto un luogo pubblico, accessibile, vivo». Il lungomare, luogo di passaggio e di incontro, è stato scelto non a caso: simbolo di apertura, invita alla partecipazione, alla trasparenza, alla condivisione.
Moderato dalla giornalista Antonella Marazziti, fiduciario della Figec Cisal di Crotone, l’incontro vuole essere un momento di ascolto attivo, non un susseguirsi di interventi formali. Nessun palco, nessuna separazione: solo uno spazio condiviso per ascoltare, accogliere, costruire fiducia.
Centrale sarà il ruolo delle associazioni locali, le “sentinelle” quotidiane che raccolgono denunce, supportano le vittime e costruiscono reti di protezione. Sono loro, più di chiunque altro, a intercettare il dolore silenzioso che spesso non arriva neanche alle forze dell’ordine.

Antonella Marazziti

L’iniziativa del 4 giugno sarà il primo passo di un percorso itinerante, che toccherà tutta la provincia, per portare lo stesso messaggio anche nelle aree più isolate. Un modello replicabile, che guarda oltre i confini cittadini, con l’ambizione di diventare esempio.
In una terra dove troppo spesso le donne si trovano a lottare in solitudine, Crotone sceglie di alzare la voce. Lo fa con un evento sobrio ma potente, che mette al centro la dignità, la fiducia, la vicinanza. Il 4 giugno, sul lungomare, non ci saranno solo discorsi: ci sarà uno Stato che si mostra.
«Non basta indignarsi – afferma Panvino – dopo l’ennesimo femminicidio. Dobbiamo esserci prima. Prima che accada. Prima che sia troppo tardi». (giornalistitalia.it)

Roberta Spinelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *