Il pm di Milano chiede il rinvio a giudizio. Il presidente dell’Inpgi: “Accuse infondate”

Crac Sopaf: su Camporese la parola al Gup

Andrea Camporese

Andrea Camporese

Inpgi

MILANO – “Il pm di Milano Gaetano Ruta ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente dell’Inpgi Andrea Camporese e di altre persone coinvolte nell’inchiesta sul crac della holding Sopaf fondata dai fratelli Magnoni”. Ne dà notizia l’agenzia giornalistica Ansa ricordando che “Camporese è accusato di truffa ai danni dell’Istituto di previdenza dei giornalisti e di corruzione in quanto, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto 200mila euro «a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio»”. Sulla richiesta di rinvio a giudizio si esprimerà il gup. “Al centro dell’inchiesta – scrive l’Ansa – una distrazione milionaria di fondi della holding, ammessa alla procedure di concordato preventivo nel febbraio del 2013. Soldi che, secondo la Procura, sarebbero stati riciclati in Austria, Svizzera, Madeira, Lussemburgo, Bermuda e Mauritius. Sono coinvolte nell’inchiesta, in tutto, 14 persone, tra cui i finanzieri Aldo, Andrea e Ruggero Magnoni. Da quanto si è saputo, rispetto all’avviso di chiusura delle indagini preliminari la Procura avrebbe apportato nella richiesta di rinvio a giudizio modifiche che riguardano lo posizioni di alcuni indagati.
Nell’ambito dell’inchiesta, sono finite sotto la lente d’ingrandimento della Procura e del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza le operazioni sul Fondo immobili pubblici (Fip) attraverso le quali Camporese avrebbe «consentito» a Sopaf  «di realizzare una plusvalenza (…) pari ad euro 7.600.000» attraverso la controllata Adenium Sgr Spa, società di gestione del risparmio.
Il presidente dell’Inpgi e l’ex ad di Adenium Andrea Toschi, secondo il pm, «si accordavano tra loro per trasferire risorse finanziarie a favore di Camporese dell’importo di almeno 200 mila euro a titolo di remunerazione (…) in particolare per gli investimenti che Camporese aveva veicolato quale presidente Inpgi su Adenium Sgr Spa, nonché su canali di comunicazione e contatti che aveva offerto a Toschi per la propria attività».
Toschi, secondo l’accusa, nel 2011 e nel 2012 avrebbe quindi «accordato» a Camporese “la somma di 25 mila euro l’anno” attraverso un incarico nel comitato consultivo di Adenium. Altri 145.550 euro sarebbero transitati su un conto corrente svizzero nel 2013”.
Il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, ha sempre respinto i pesanti addebiti che gli vengono mossi sottolinenando di aver “agito in totale trasparenza nei confronti dell’Istituto da me presieduto ottenendo, anche nella vicenda delle quote Fip enormi profitti in favore dell’Inpgi”.
Il 7 luglio scorso, infatti, come pubblicato da Giornalisti Italia, Camporese si è detto, “a dire il vero, sgomento per la contestazione provvisoria del reato di corruzione di cui ho appreso per la prima volta dalla lettura dell’avviso di conclusione delle indagini. In esso si fa riferimento a un compenso da me ricevuto e regolarmente dichiarato, per l’attività lavorativa svolta quale componente di un comitato”.
“Ancor più sbalorditivo, poi, – ha detto Camporese – è il riferimento a un conto svizzero intestato ad altra persona, del quale sono venuto a conoscenza solo in occasione della mia audizione innanzi al Pubblico Ministero. Conto bancario che non ha nulla a che fare con me, così come i danari che sarebbero stati versati su tale conto che, secondo quanto mi fu comunicato dal Pm, sarebbero provenuti dalla fantomatica vendita di un mio appartamento. Tale vendita, infatti, non è mai avvenuta, né mai alcuno ha ritenuto di offrirmi ipotetici vantaggi a fronte di inesistenti contatti imprenditoriali o conoscenze che gli avrei procurato”.
“Ho subito, per oltre un anno, – ha detto ancora il presidente dell’Inpgi – una incredibile gogna mediatica, senza poter accedere ad alcun documento dell’inchiesta. Non permetterò a nessuno di infangare la mia storia, né di interferire nell’azione istituzionale a favore degli iscritti in un momento così grave per la categoria. I diritti costituzionali di un cittadino incensurato debbono essere salvaguardati.
A pochi mesi dal termine del mio secondo e ultimo mandato, eletto all’unanimità dal Cda, sono orgoglioso – ha concluso Camporese – del lavoro fatto con i componenti del Consiglio e con la struttura, degli oltre 500 milioni di euro di rendimenti ottenuti in otto anni, senza i quali la situazione dell’Ente sarebbe drammaticamente peggiore, delle iniziative intraprese, della quali la Corte dei Conti nella sua relazione prende atto con rara limpidezza. Non intendo subire processi preventivi, resto aderente alla mia storia, alla mia moralità e alla testimonianza delle migliaia di persone che mi hanno conosciuto e frequentato in questi anni”.

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