Taglio ai compensi dei collaboratori delle edizioni locali. Protesta il Comitato di redazione

Così Il Messaggero mortifica i più deboli

La sede del quotidiano Il Messaggero in via del Tritone a Roma (Foto Giornalisti Italia)

ROMA – Tagli ai compensi dei collaboratori delle edizioni locali del quotidiano Il Messaggero, ovvero ai giornalisti meno tutelati, ma non meno preziosi dei redattori, considerato che in molte realtà forniscono la quasi totalità degli articoli pubblicati dal giornale.
Negli ultimi giorni, infatti, i collaboratori del Messaggero (quotidiano e sito) hanno ricevuto una mail dell’Azienda che impone unilateralmente un ulteriore e – denuncia il Comitato di redazione – “stavolta insostenibile” taglio dei compensi con effetto immediato per i pezzi forniti. Le “fasce tariffarie” vengono così rimodulate: da 900 a 2500 battute si passa 9 euro a pezzo a 7 euro; da 2501 a 3500 battute da 16 euro a 15; oltre 3500 battute da 25 euro a 20. Tagli che riguardano l’edizione cartacea regionale e non quella quella nazionale. Per l’edizione on line, invece, 7 euro ad articolo; 9 per ogni articolo con video e/o fotogallery. Tariffe non ritoccate se non per i video che finora venivano pagati 5 euro in più del normale compenso previsto e da qui in avanti verranno, in pratica, pagati 2 euro. Senza contare il “tetto” mensile di 30 pezzi, raggiunto il quale il collaboratore verrà automaticamente bloccato dal sistema.

L’ingresso del Messaggero (Foto Giornalisti Italia)

«Tagli – denuncia il Comitato di redazione – che arrivano poco dopo la firma dello stato di crisi che partirà a luglio e senza alcuna comunicazione preventiva al Cdr, che ha rimarcato in diverse occasioni come gli organici redazionali stiano lavorando ben oltre il limite della capienza e quanto diventi, quindi, indispensabile il lavoro dei collaboratori, che in alcune edizioni garantiscono di fatto l’uscita del giornale».
Il Cdr spiega che «lo smaltimento delle ferie estive, quelle pregresse (su cui era stato firmato un accordo precedente al Covid, incrementato unilateralmente dall’Azienda dopo l’esplosione dell’epidemia, nonostante la disponibilità garantita da tutta la redazione allo smart working) e i due giorni di cassa integrazione sottoscritti nell’accordo sullo stato di crisi, che andranno ad alleggerire i conti dell’Azienda permettendo inoltre l’accesso ai prepensionamenti per alcuni colleghi, appesantiranno indiscutibilmente il lavoro della redazione già in seria difficoltà.
A questo si aggiungono nuove richieste adottate unilateralmente dall’Azienda, quali l’incremento delle pagine di alcune edizioni e l’incremento del lavoro sul sito appesantito ulteriormente per le redazioni locali anche dall’avvio di una pagina Facebook personalizzata».
«Pur essendo consapevoli della difficile fase che stiamo attraversando, siamo rimasti stupiti – sottolinea il Cdr del Messaggero – di questi nuovi tagli anche per le modalità, visto che nella lettera inviata ai collaboratori viene imposta unilateralmente la decurtazione dei compensi, chiedendo, però, al collaboratore di rilasciare il consenso all’applicazione dei nuovi tariffari. Tutto questo nell’ottica – viene scritto nella lettera – “di riorganizzazione di più ampio respiro, già in atto, teso a raggiungere un assetto gestionale di massima efficienza operativa”. Come se “l’efficienza operativa” potesse passare solamente attraverso il taglio dei costi e non finanche a una indispensabile cura e qualità del prodotto».
«Così – denuncia il Cdr di via del Tritone – si rischia di compromettere anche il futuro di prodotti strategici per la nostra testata, divenuti punto di riferimento anche grazie al lavoro di questi collaboratori che sebbene non siano dipendenti del quotidiano, fanno a pieno titolo parte del nostro patrimonio, sia per le competenze professionali che per l’assoluta disponibilità che hanno sempre dimostrato».

Il Messaggero: nessuna comprensione per i collaboratori delle cronache regionali che lavorano senza orario (Foto Giornalisti Italia)

«Ci ha allibito – incalza il Cdr – la scelta dell’Azienda di prendere una decisione simile in un momento così cruciale. Visti anche i segnali positivi che arrivano proprio dalle edizioni locali del quotidiano, abbonamenti digitali compresi, che dimostrano come il futuro debba essere orientato alla qualità dell’offerta d’informazione».
Per questo la rappresentanza sindacale dei giornalisti del Messaggero sta agendo con la massima determinazione per tutelare questo patrimonio indispensabile per il Messaggero ed evitare che vada disperso.
Il Cdr ha chiesto a Fnsi e Associazione Stampa Romana di intervenire a fianco dei colleghi collaboratori e all’Azienda di «congelare i tagli per trovare una soluzione condivisa che, oltre a continuare a garantire al giornale una forza lavoro indispensabile, riconosca una retribuzione base rispettosa della dignità e dei compiti insostituibili che i collaboratori esterni svolgono quotidianamente». (giornalistitalia.it)

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