Lo storico corrispondente Emanuele Fiorilli continua a dirigere la sede in Turchia

Cose turche in Rai: pensionato … “in servizio”

Emanuele Fiorilli

Emanuele Fiorilli

RaiROMA – La sede Rai in Turchia è operativa, ma è attualmente sotto la procura di un giornalista andato in pensione. E quindi non più dipendente Rai. Da quanto apprende Il Velino lo storico corrispondente del Tg nazionale Emanuele Fiorilli, nonostante sia andato ufficialmente in pensione con l’inizio dell’anno nuovo, risulta ad oggi essere ancora il responsabile a pieno titolo della sede Rai in Turchia costituita con società sotto il regime fiscale turco che non può fare utili e di cui la Rai può solo alimentare i conti. Con tanto di registrazione presso le autorità turche. In sostanza Fiorilli, nonostante sia a tutti gli effetti in pensione, risulta ancora il responsabile dell’ufficio per i servizi giornalistici dalla Turchia e dai Paesi dell’Europa sud orientale. Con la conseguenza che è tenuto a rispondere alle autorità turche per eventuali questioni.
“La procura relativa alla sede in Turchia sta per essere firmata – fanno sapere al Velino da Viale Mazzini – nel giro di un paio di giorni”. “Con effetto retroattivo”, precisano poi.

Michele Anzaldi

Michele Anzaldi

Una “cosa gravissima” per il giornalista Michele Anzaldi, deputato Pd, componente della commissione parlamentare di vigilanza, che spiega al Velino: “Mi sembra una cosa gravissima non solo perché la sede si regge per ora su un giornalista andato in pensione, ma perché tutti gli italiani hanno visto quell’infinita lista di giornalisti Rai strapagati che sono cosiddetti a disposizione”. E quindi ‘parcheggiati’. “Se non ricordo male sono piu di 40 che superano i 200 mila euro l’anno e che attualmente non fanno nulla – prosegue – in attesa di un nuovo incarico”.
Ma non solo: “mi aveva sorpreso – prosegue ancora il deputato Pd – che la notte di Capodanno, a riportare l’attentato in Turchia su Rai News 24 fosse stato Giustino Mariano di Radio Radicale che si era generosamente offerto a coprire il servizio televisivo nazionale”.
Secondo Anzaldi occorrerebbe una procedura pubblica con la quale offrire incarichi all’interno dell’azienda a quei giornalisti Rai attualmente in stand by. “E se dovessero rifiutare – taglia corto Anzaldi – ci potrebbero forse essere anche le condizioni per un eventuale scioglimento del contratto”. (agvnews)

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