Palazzo Chigi: “I direttori dei giornali sono liberi di criticare, io ho l’obbligo di non tacere”

Conte: “Mio dovere smentire fake news e calunnie”

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri

ROMA – «Il 10 aprile il presidente del Consiglio ha tenuto una conferenza stampa, come tante altre volte avvenuto in queste settimane. E come ogni volta ha illustrato i provvedimenti  adottati, ha spiegato e chiarito i fatti più rilevanti e ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull’emergenza Coronavirus quanto sul Mes. Nell’occasione ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il “senso di comunità”, fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza». Lo afferma l’Ufficio Stampa di Palazzo Chigi in riferimento alla conferenza stampa tenuta, venerdì scorso, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolineando che «non c’è stata alcuna conferenza stampa a reti unificate. Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate; e infatti è stata trasmessa solo da alcuni canali tv e solo per una parte e non interamente».
«La decisione di trasmettere o meno le conferenze stampa del presidente del Consiglio – afferma Palazzo Chigi – spetterà – come è sempre stato – sempre e solo ai responsabili delle singole testate giornalistiche. Questi ultimi sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes».
«Facciamo notare – conclude la nota dell’Ufficio Stampa del Governo – che Conte non avrebbe potuto evitare di affrontare il tema del Mes e chiarire le relative fakenews veicolate dall’opposizione, visto che questo tema è poi stato oggetto delle domande poste dai giornalisti. A conferma del fatto che si tratta di argomento di interesse generale».
«Sin dall’inizio del primo mandato del presidente Conte, dal giugno 2018, Palazzo Chigi – ricorda l’Ufficio Stampa del Governo – trasmette il segnale audio video in Hd mettendolo a disposizione di tutti e di tutte le reti televisive, le quali liberamente decidono se e cosa mandare in onda sui propri canali. Lo stesso è avvenuto in occasione delle dichiarazioni alla stampa di sabato 21 marzo (per le quali alcuni hanno parlato, del tutto impropriamente, di ‘diretta Facebook‘) e della conferenza stampa di venerdì 10 aprile (per la quale alcuni, anche qui del tutto impropriamente, hanno parlato di “discorso alla nazione a reti unificate”)»..

Enrico Mentana

«Se avessimo saputo che Conte avrebbe fatto un uso personalistico della conferenza stampa, attaccando l’opposizione, non avremmo mandato in onda quella parte», aveva detto il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, venerdì scorso, in riferimento all’affermazione del presidente del Consiglio: «Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito oggi, approvato o attivato la scorsa notte, come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da – questa volta devo fare nomi e cognomi – Matteo Salvini e Giorgia Meloni».
Affermazione, quella di Mentana, che se da un lato ha incassato il plauso di Salvini e del centrodestra, dall’altro ha scatenato una valanga di polemiche. Se, sul fronte politico, è legittimo per l’opposizione criticare il presidente del Consiglio, è alquanto singolare che un giornalista affermi che non avrebbe mandato in onda una parte del discorso del capo del Governo. Combattiamo la censura e poi la invochiamo? Il ruolo istituzionale del personaggio non ammette censure. E obbligo del giornalista è esercitare il diritto di cronaca e di critica. Anche durissima. Senza bavagli, né tantomeno – lo ripetiamo – censure.  (giornalistitalia.it)

 

 

 

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