Il giornalista russo salvo grazie al finto assassinio inscenato dai servizi segreti ucraini

Condannato l’uomo che voleva morto Babchenko

Arkady Babchenko nel corso della conferenza stamps del 30 maggio scorso, all’indomani dell’annuncio del suo omicidio.

KIEV (Ucraina) – Condannato a quattro anni e sei mesi di carcere l’ideatore del tentato omicidio del giornalista russo Arkady Babchenko che, nel maggio scorso, è riuscito a salvarsi grazie ai servizi segreti di Kiev che avevano inscenato il suo falso omicidio per smascherare il complotto. Si tratta del tedesco Boris Gherman, un produttore di armi arrestato a maggio con l’accusa di aver organizzato il tentato omicidio di Babchenko dopo essere stato reclutato dai servizi segreti russi.
Determinante è stata la testimonianza di un ex sacerdote ortodosso ucraino, Oleksiy Tsymbaliuk, che ha combattuto contro i separatisti filo-russi nell’est dell’Ucraina. Ai giudici del Tribunale di Kiev ha confermato di essere stato contattato dal tedesco che gli aveva offerto denaro per uccidere Babchenko che, nel febbraio 2017, aveva lasciato la Russia dopo aver subito pesanti minacce di morte.

Boris Gherman

Gli investigatori ucraini hanno subito ritenuto non attendibile la difesa di Gherman, che aveva tentato di giustificarsi asserendo di aver agito cooperando con il controspionaggio ucraino dopo essere stato contattato da un conoscente al servizio del governo russo. Successivamente il tedesco si è, però, dichiarato colpevole accettando di collaborare all’inchiesta.
Il caso del giornalista Arkady Babchenko ha avuto ampia risonanza a livello mondiale, soprattutto dopo l’annuncio dell’omicidio del giornalista, a colpi d’arma da fuoco, all’intero della propria abitazione. Tutta una messa in scena, tant’è che il giorno successivo Babchenko era riapparso in pubblico, in conferenza stampa, stupendo il mondo e scatenando la rabbia tra i giornalisti e le organizzazioni mondiali impegnate a battersi per la libertà di stampa e la difesa dei diritti umani.
Per giorni il Governo di Kiev ha subito pesanti critiche per aver messo in scena il finto omicidio, ma contestualmente si è difeso insistendo che era l’unico modo per scongiurare quello vero.
Collaboratore di numerosi giornali, tra cui quello dell’opposizione russa, Novaya Gazeta, Arkady Babchenko ha accusato Mosca di uccidere i critici del Cremlino e scatenare guerre in Ucraina, Siria e altre zone del mondo. Accuse sempre respinte dal Governo russo che ha sempre parlato di “provocazioni” per screditare la Russia. (giornalistitalia.it)

 

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