L’Associazione culturale al fianco della giornalista di Repubblica insieme a Fnsi e Odg

Con Federica Angeli ci sono Leali delle notizie

Federica Angeli e i responsabili dell’Associazione Leali delle notizie

RONCHI DEI LEGIONARI (Gorizia) – Al Tribunale penale di Roma si è celebrata, ieri, la prima udienza del processo a carico di Armando Spada che ha visto testimoniare, quale parte lesa, la giornalista di Repubblica Federica Angeli.
«La nostra associazione, impegnata da anni nel raccontare, anche con la presenza di illustri giornalisti nazionali ed internazionali, il buon giornalismo, ha avuto il piacere per ben due volte di averla come ospite».
Lo sottolinea l’Associazione culturale Leali delle Notizie, che «ha aderito all’invito della Federazione Nazionale Stampa Italiana, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e di Articolo 21 e ha voluto presenziare come parte integrante alla “scorta mediatica” organizzata all’esterno del tribunale».
«Una presenza non di facciata, – sottolinea l’associazione – ma in primo luogo affettiva nei confronti di una collega e amica, dall’altra mossa dal desiderio di sottolineare la necessità del diritto e del dovere dei giornalisti di informare i cittadini. Per tutta la mattinata lo striscione con il logo dell’associazione è rimasto affisso a presidiare l’ingresso della Città Giudiziaria romana, proprio per riaffermare la volontà di sostenere non solo Federica ma tutti i giornalisti minacciati per non aver desistito dal proseguire il loro lavoro nonostante le intimidazioni».
La vicinanza dell’Associazione Leali delle notizie «si è concretizzata anche in aula dove, con la presenza fisica e morale, ai rappresentanti del sodalizio ronchese è stata data la possibilità di ascoltare dalla viva voce della cronista ostiense il carico emozionale che è trasparito dal racconto delle vicende professionali che hanno visto la Angeli essere minacciata di morte durante un’intervista».
L’impegno dell’associazione prosegue ora con l’organizzazione della IV edizione del Festival del giornalismo di Ronchi che vedrà, appunto, trattare il tema della violenza contro i giornalisti in occasione della serata finale del 9 giugno con la consegna del Premio dedicato alla memoria di Daphne Caruana Galizia, la reporter uccisa nell’ottobre 2017 per le sue inchieste “scomode” sulla politica maltese. (giornalistitalia.it)

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