Stroncato da un infarto a 67 anni era da poco tornato a casa dopo il ricovero per Covid

Ciao Piero Mannironi, bandiera del giornalismo sardo

Piero Mannironi

SASSARI – Il giornalismo sardo perde una sua bandiera. All’età di 67 anni è morto il giornalista Piero Mannironi. Stroncato da un infarto, oggi pomeriggio, da pochi giorni era rientrato nella sua casa di Sassari dopo il ricovero in ospedale per Covid. Dopo la fase sintomatica più critica sembrava essersi ristabilito, ma a causa di ulteriori complicazioni nelle ultime ore il quadro clinico è precipitato e il suo cuore ha cessato di battere.
Nato a Nuoro il 6 novembre 1953, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Sardegna dal 17 dicembre 1982. In pensione dal 2016, in quasi quarant’anni di carriera ha lavorato per il quotidiano “La Nuova Sardegna” e per i giornali del gruppo L’Espresso-Repubblica. È stato capo della redazione di Nuoro e, per oltre vent’anni, inviato speciale e caporedattore centrale.
Capace di una scrittura coinvolgente e sempre fedele ai fatti, è stato autore di numerosissime inchieste di primo piano sugli avvenimenti della Sardegna degli ultimi 40 anni, dalle carceri di Nuoro agli anni del terrorismo, dal banditismo ai sequestri di persona, alla cementificazione delle coste, alle infiltrazioni della criminalità organizzata delle mafie del continente negli affari turistici dell’isola. Ed ancora dal separatismo corso e sardo alle lotte dei lavoratori nei poli della petrolchimica. Nel dicembre scorso aveva pubblicato il libro “Anime maledette. Storie di vita e malavita in Sardegna” edito da Il Maestrale.
Leader sindacale indiscusso, per oltre venticinque anni, Piero Mannironi è stato presidente dell’Associazione Stampa Sarda dal 1986 al 1992 e, per due mandati, consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti. Nell’ultimo decennio, nonostante avesse rinunciato ad assumere incarichi, aveva continuato ad esercitare un grande fascino verso i colleghi per la sua storia personale e per il suo impegno a favore della categoria.
La sua presidenza alla guida del sindacato dei giornalisti è stata, infatti, caratterizzata dalle battaglie per l’indipendenza dei quotidiani sardi, il rafforzamento della sede regionale della Rai e il rispetto delle regole contrattuali. Epica la sua partecipazione alle vertenze per la regolamentazione delle sinergie editoriali nel gruppo Finegil, finalizzata a ritagliare spazi di autonomia per ogni singola testata e in particolare per la Nuova Sardegna. Sempre impegnato a preservare i caratteri identitari e distintivi dello storico quotidiano di Sassari si è, infatti, battuto sempre contro ogni cultura di omologazione, ma per accogliere dalle sinergie la ricchezza e l’interscambio in un processo di collaborazione alla pari con le altre testate.

Piero Mannironi

«La sua scomparsa è sconvolgente. Impossibile crederci», ha dichiarato a Giornalisti Italia Franco Siddi, già segretario generale e presidente della Fnsi, che con Mannironi per tanti anni ha tenuto alta la bandiera del giornalismo sardo.
«È scomparso un grande amico, prima di tutto, col quale – ricorda Siddi – ho condiviso tanto nel lavoro e nel sindacato nel quale, con generosità immensa, mi aveva accolto e sospinto. Nel cuore rimane tutto e, in questo momento, non ci sono parole che misurino la tristezza e il dolore. Sono vicende che rimarranno scolpite per sempre. Piero Mannironi è un grandissimo, la cui portata non è in grado di misurarla nessuna parola. La sua immensa vicenda umana, culturale, professionale e civile, è una testimonianza permanente per la moglie e i figli e una memoria indelebile per chi gli è stato vicino anche in una sola espressione nel lavoro e nella vita. Un uomo senza confini. Dotato di una profonda cultura, protagonista di confronti anche accesi, ha sempre distinto la lotta politica sindacale dalla portata umana che ciascun competitore comunque esprimeva, guadagnando per questo rispetto anche dai suoi avversari».
Alla moglie Daniela Scano, collega giornalista caporedattore della Nuova Sardegna e componente della Segreteria Fnsi, e ai figli Bianca, Antonio e Claudia, un sincero abbraccio con le più sentite condoglianze dal Direttore e dalla Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)

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