Lettere anonime contro la collega lucana “colpevole” di aver rivendicato i propri diritti

Chi infama la giornalista Loredana Costanza?

Il Palazzo della Regione Basilicata e la giornalista Loredana Costanza

POTENZA – Giornalisti lucani al fianco della giornalista Loredana Costanza vittima, da mesi, di lettere anonime dal contenuto infamante sul proprio conto e sulla propria storia professionale. Redattore della Struttura di Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi della Regione Basilicata, Costanza è tesoriere dell’Ordine regionale dei giornalisti.
L’Odg lucano, nell’esprimerle solidarietà, afferma che “si tratta dell’ennesimo segnale di un clima di imbarbarimento generalizzato che l’Ordine non può che stigmatizzare e respingere come segno di tempi bui. Il fatto che offese e insinuazioni si trincerino dietro la viltà dell’anonimato, costituisce – aggiunge l’Odg della Basilicata – un’aggravante per un atto già di per sé indice di volgarità e di degrado”.
Anche l’Associazione della Stampa della Basilicata esprime la propria solidarietà alla collega Loredana Costanza “vittima, per la seconda volta, di una lettera anonima che offende la sua professionalità, la sua persona e la sua storia lavorativa”, ma va oltre.
“È vergognoso assistere – afferma, infatti, il sindacato dei giornalisti lucani – a questa vera e propria fabbrica del fango attuata nascondendosi dietro l’anonimato. Tutto ciò solo per aver, la collega, rivendicato alcuni diritti a suo parere non riconosciuti dalla Regione Basilicata”.
“Respingiamo la vigliaccheria di gesti simili che – incalza l’Assostampa Basilicata – evidenziano, tra l’altro, il degrado dei rapporti civili ancor prima di quelli professionali. Se qualcuno ritiene che sia stata violata la legge è doveroso che si rivolga alla Procura della Repubblica avendo il coraggio di metterci la faccia”.
E la presa di posizione dell’Associazione della Stampa di Basilicata viene definita “giusta e doverosa” dalla redazione di Ufficio Stampa Basilicata “nella consapevolezza che ormai sta diventando pericolosa consuetudine offendere e accusare nascondendosi dietro l’anonimato”.
“Una deriva culturale – affermano i giornalisti dell’Ufficio Stampa – che deve essere bloccata. Il non rispetto della persona, purtroppo, è diventato un vezzo con il rischio di dare messaggi educativi fuorvianti e pericolosi per la crescita stessa delle nuove generazioni”. (giornalistitalia.it)

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