Santo Strati presenta la riedizione del libro scritto con Gigi Malafarina e Franco Bruno

Buio a Reggio, dopo 50 anni c’è qualche luce?

I carri armati inviati a Reggio Calabria per sedare la Rivolta di Popolo del 1970

REGGIO CALABRIA – Sono trascorsi più di 50 anni dalle tragiche giornate della Rivolta di Reggio Calabria del 1970. Ed esattamente 50 dalla pubblicazione del libro “Buio a Reggio”, di Luigi Malafarina, Franco Bruno e Santo Strati, vincitore nello stesso 1972 dei premi Villa San Giovanni e Rhegium Julii. Il libro, in una nuova edizione riveduta e curata dal giornalista Santo Strati, direttore del quotidiano Calabria.Live, è stato pubblicato nella ricorrenza del cinquantenario, il 14 luglio 2020, ma a causa della pandemia la presentazione era stata rinviata.
Cos’è cambiato in questi 50 anni a Reggio? La riedizione del libro offre l’occasione per rivisitare promesse non mantenute e impegni disattesi da una classe politica che non mostrava di avere a cuore le sorti della città. I giovani conoscono poco o niente di quei tragici giorni che contarono sei morti, centinaia di mutilati e migliaia di feriti, migliaia tra arrestati e denunciati. Una rivolta di popolo raccontata da Buio Reggio, giorno per giorno, attraverso gli occhi e la penna di centinaia di giornalisti arrivati da ogni parte del mondo. Un reportage straordinario che rappresenta la memoria storica di quelle drammatiche giornate.
Il libro (edizioni Media&Books, 920 pagine, 29 euro) ripropone documenti, dichiarazioni, foto e immagini di tutti i protagonisti (politici e non) di quelle giornate e offre un racconto non di parte di tutto quello che avvenne a partire dal 14 luglio 1970 fino al 31 dicembre 1971, quando si chiuse definitivamente un ciclo di dolore per Reggio e i reggini.

Santo Strati

La città ha conosciuto il fumo dei lacrimogeni, il dramma dei morti, dei feriti, le distruzioni, la rabbia di un popolo tradito, persino la sospensione delle libertà costituzionali. Uno stato di guerra (arrivarono persino i cingolati a Reggio per domare la rivolta), «non in nome del pennacchio del capoluogo, ma – ricorda Santo Strati – per il bisogno di gridare lo sdegno e la rabbia di continue mortificazioni per un risveglio che solo in parte è avvenuto».
Sono trascorsi 50 anni e tante cose sono cambiate, ma rimane aperta una ferita insanabile che Buio a Reggio ha raccontato con onestà e assoluta terzietà. Malafarina e Bruno sono scomparsi da molti anni: nel loro ricordo e a memoria di un impegno che li ha visti insieme a consultare migliaia di documenti, migliaia e migliaia di ritagli stampa di tutto il mondo per scrivere e raccontare i fatti di Reggio, Strati ha voluto, in occasione dei 50 anni dalla rivolta, riproporre una nuova edizione con un editoriale amaro, ma fedele alla realtà storica di ieri e di oggi.

Una carica della Polizia sul Corso Garibaldi di Reggio Calabria durante la Rivolta del 1970

È su questo tema che domani, sabato 22 aprile, alle ore 17.30, su iniziativa del Circolo Rhegium Julii, presieduto da Giuseppe Bova, si svilupperà un dibattito, moderato dal giornalista Giorgio Neri, al quale, oltre all’autore Santo Strati, parteciperanno lo storico Pasquale Amato e il medico Eduardo Lamberti Castronuovo. Si terrà nella sala della Curia Arcivescovile di Reggio Calabria, al numero 62 di via Tommaso Campanella, che porta il nome dell’arcivescovo mons. Giovanni Ferro, uno dei protagonisti di quei giorni, il cui intervento – unitamente a quello del questore Santillo – ha permesso di evitare ancora più lutti, dall’una e dall’altra parte: i reggini e le forze di polizia arrivate in assetto di guerra a fronteggiare un popolo che voleva solo avere ascolto. (giornalistitalia.it)

 

I commenti sono chiusi.