Voce storica di “Telemonterosa” e appassionato della squadra di calcio valsesiana

Borgosesia intitola una via al giornalista Di Vitto

Primo Di Vitto

BORGOSESIA (Vercelli) – Borgosesia ha intitolato una strada – quella che collega via Marconi e piazza don Ravelli – al giornalista Primo Di Vitto. La delibera del Municipio, patrocinata dal sindaco Paolo Tiramani, è stata adottata due settimane fa ma la cerimonia ufficiale è rimandata – Covid permettendo – a data da destinarsi.
Primo Di Vitto è morto dieci anni fa. Aveva da poco compiuto 71 anni, ma rappresentava ancora la “voce” dell’emittente locale “Telemonterosa”. Una piccola struttura, se vogliamo, fondata da Enzo Silvestri, ma con un presa efficace sui valsesiani che seguivano le trasmissioni e i notiziari con puntualità.

La  targa alla stadio del Borgosesia calcio

Adesso “Telemonterosa”, sconfitta dai costi eccessivi e da un gettito pubblicitario in caduta libera, si è arresa e ha abbassato le serrande. Da cinque anni non trasmette più. Di Vitto, giornalista pubblicista e scrittore con all’attivo una quindicina di pubblicazioni, era un profondo conoscitore di quella sua terra che s’infila a cuneo nel cuore del Monte Rosa.
Era appassionato di storie locali, credeva nella necessità di non perdere le usanze più caratteristiche e si sforzava di mantenere in vita le tradizioni più curiose. Nelle sue rubriche ci metteva il cuore e la passione di chi si sentiva cittadino valsesiano. Non si limitava alla cronaca. Nei suoi servizi s’immedesimava tanto che le notizie diventano un racconto, puntuale, documento e – se necessario – anche spigoloso.
Un’altra sua passione era il Borgosesia calcio del quale per una ventina d’anni non ha perso una partita. Quando la squadra militava in serie D, in Eccellenza, poi (promossa) in serie C con il Novara, la Pro Vercelli e l’Alessandria con le quali si giocavano veri e propri i derby, senza esclusione di colpi. Poi – ovviamente – la retrocessione: in C2 e ancora indietro in Eccellenza.
Per Primo Di Vitto il gruppo o la classifica non contavano. Contavano i colori dei granata valsesiani che dovevano essere raccontati nella buona e nella cattiva sorte. Feste in caso di vittoria. Musi lunghi se sconfitto. Ma lui con il microfono in mano a chiedere, domandare, commentare, proporre e insistere nell’inseguire allenatore e calciatori per strappare una battuta.
Quando la malattia l’ha portato via, lo stadio è sembrato all’improvviso più povero. Tanto che la società (con il sindaco di allora Alice Freschi) in occasione dell’ultima gara del 2011, gli ha intitolato la tribuna che, dall’undici giugno di quell’anno, porta il suo nome. Adesso anche una vita del centro storico si chiama Primo Di Vitto. (giornalistitalia.it)

Riccardo Del Boca

 

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