Insieme a Massimo Parisi avrebbe svuotato la società editrice di 2,6 milioni

Bancarotta Ste: 5 anni e mezzo a Denis Verdini

Denis Verdini

FIRENZE – Il Tribunale di Firenze ha condannato oggi l’ex senatore di Ala Denis Verdini a 5 anni e 6 mesi di reclusione per il fallimento della Società toscana di edizioni (Ste), società editoriale – travestita da cooperativa, secondo la Procura – che pubblicava “Il Giornale della Toscana”. Verdini era accusato di bancarotta fraudolenta. Condannato a 5 anni anche l’ex deputato di Ala Massimo Parisi.
Per Verdini e Parisi il Tribunale ha stabilito l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tre anni ciascuno per gli altri tre imputati nel processo: l’ex presidente del Cda di Ste, il principe Girolamo Strozzi Majorca Renzi, l’ex amministratore delegato Pierluigi Picerno e l’ex consigliere Enrico Luca Biagiotti. Il pm Luca Turco aveva chiesto tre anni per Verdini, due anni e sei mesi per Picerno e due anni per gli altri imputati.
La Ste ha cessato le pubblicazioni nel 2012. Due anni dopo, il 5 febbraio 2014, la società è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Firenze. Secondo l’accusa l’ex senatore Verdini, indicato come l’amministratore di fatto della Ste, era da considerare responsabile del crac insieme con l’ex presidente del consiglio di amministrazione, il principe Girolamo Strozzi e gli ex consiglieri Massimo Parisi ed Enrico Luca Biagiotti e l’ex amministratore delegato Pierluigi Picerno.
Sempre secondo l’accusa, la Ste, già in perdita, sarebbe stata svuotata di 2,6 milioni di euro, con un’operazione che non avrebbe avuto ragione economica. Somma che, secondo le indagini della Guardia di Finanza, sarebbe finita su conti correnti di Verdini e di Parisi.
Secondo la difesa di Verdini, quel depauperamento avvenne 10 anni prima del fallimento della Ste e comunque sarebbe stato seguito da un atto riparatorio dello stesso ex senatore con cui sarebbero stati compensati i debiti.
Verdini l’11 aprile scorso aveva reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice sostenendo di aver “solo dato a questo giornale, l’ho sempre fatto, dall’inizio alla fine per tenerlo in vita”, di provare “enorme dispiacere perché con un debito sanato e lo sforzo fatto siamo arrivati lo stesso al fallimento” causato “dalla sospensione dei contributi pubblici di 2,5 milioni all’anno”. (adnkronos)

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