Il potente direttore di Vogue, 71 anni, vince ancora nel riassetto di Condè Nast

Anna Wintour: è lei la vera regina

Anna Wintour

NEW YORK (Usa) – Anna Wintour è sempre più regina: la potente giornalista immortalata da Meryl Streep in “Il Diavolo Veste Prada” è emersa vincitrice in un riassetto ai vertici di Condé Nast con due nuovi titoli – responsabile dei content worldwide e direttrice globale di Vogue – che le danno l’ultima parola su quanto viene scritto sulle testate del gruppo in oltre trenta mercati del mondo.
La ristrutturazione ha un angolo italiano: Simone Marchetti diventerà direttore editoriale europeo di Vanity Fair mentre Edward Enninful, il più potente direttore afro-americano a Condé Nast, è stato messo a capo delle edizioni di Vogue in Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Spagna.

Meryl Streep è l’indimenticabile Anna Wintour de “Il diavolo veste Prada”

Il New Yorker, che di recente sta surclassando Vogue quanto a profitti negli Usa, è una delle testate rimasta fuori dall’influenza della Wintour: David Remnick, che dal 1998 dirige il settimanale, risponderà direttamente al Ceo Roger Lynch, approdato alla guida del gruppo l’anno scorso con l’obiettivo di riportare in nero i conti di un’azienda in cui alla crisi della pubblicità si è sovrapposta la pandemia.
Il riassetto mira a dare ai leader editoriali di New York – e ad Anna Wintour in particolare – maggiore controllo sulle varie riviste sparse per il mondo con l’obiettivo di “una unificazione globale dei team editoriali del brand”.
La Wintour è la prima direttrice del content worldwide a Condé Nast. Poco prima dell’annuncio tre potenti direttrici di Vogue in Cina, Spagna e Germania hanno dato le dimissioni.
La “regina Anna” è al timone di Vogue dal 1988 mentre nel 2013 è stata nominata direttrice artistica di Condé Nast e l’anno scorso “global content advisor”.

Neppure “The chiffon trences” del suo ex braccio destro Andé Leon Talley ha scalfito il potere della Wintour

Una carriera in continua ascesa e tuttavia l’ultima promozione ha colto di sorpresa: sono anni che si parla di una possibile pensione della 71enne “tastemaker”, mentre più di recente l’algida Wintour, bersaglio del “memoir” al vetriolo “Trincee di Chiffon” del suo ex braccio destro, Andre Leon Talley, era stata costretta a un raro mea culpa per non aver fatto quanto in suo potere a favore di giornalisti, fotografi e stilisti di colore.
Lynch, il Ceo di Condé Nast, ha rinnovato ad Anna la fiducia: «La nomina segna un momento di svolta per il nostro gruppo. La sua capacità di anticipare e stabilire collegamenti con nuove audience, coltivando e facendo crescere alcuni dei migliori talenti nel settore, fanno di lei una dei più illustri esponenti dei media». (ansa)

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