Al quotidiano in lingua italiana hanno scioperato per 7 mesi di stipendi non pagati

America Oggi, licenziati i quattro giornalisti

NEW YORK (Usa) – I quattro giornalisti professionisti italiani del quotidiano newyorkese America Oggi, che due mesi fa erano stati costretti a interrompere le loro prestazioni lavorative per la mancata retribuzione di sette mesi di stipendi arretrati, sono stati licenziati dalla società editrice, il Gruppo Editoriale Oggi. A renderlo noto sono gli stessi giornalisti dell’unico quotidiano in lingua italiana redatto e pubblicato negli Stati Uniti.
Mercoledì 30 settembre, infatti, la società ha comunicato ai quattro dipendenti l’interruzione del rapporto di lavoro e il taglio dell’assicurazione sanitaria, aggravando quindi la situazione in cui si trovano i quattro giornalisti: rimasti senza lavoro, senza stipendi e senza copertura sanitaria nel mezzo della crisi causata dall’emergenza Covid-19.
Ad agosto i giornalisti avevano scioperato per la mancata retribuzione degli stipendi di maggio e giugno 2020 ed erano stati retribuiti grazie al sussidio del governo statunitense in favore delle piccole imprese per l’emergenza Coronavirus. Ma all’appello mancavano ancora quelli di novembre 2019, dicembre 2019, gennaio 2020, febbraio 2020, marzo 2020, aprile 2020 e luglio 2020.
In due mesi di agitazione, i redattori sono riusciti a ottenere soltanto il pagamento degli stipendi di novembre e dicembre 2019. Restano, infatti, da saldare le spettanze di gennaio 2020, febbraio 2020, marzo 2020, aprile 2020 e luglio 2020, oltre a tutte le ferie arretrate.
America Oggi fondato il 14 novembre 1988 da 23 giornalisti, amministrativi e poligrafici licenziati cinque mesi prima dal “Progresso Italoamericano” assieme a tutti i loro colleghi iscritti  ai sindacati. I giornalisti hanno sempre dimostrato grande attaccamento alla testata e ai lettori garantendo, con enorme sacrificio, la pubblicazione del giornale, fino all’inevitabile decisione di incrociare le braccia in assenza di retribuzione. (giornalistitalia.it)

 

 

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