Dalla Gazzetta del Mezzogiorno al Messaggero alla Stampa. Aveva 69 anni

Addio Giuseppe Zaccaria, cronista di guerra

Giuseppe Zaccaria

BELGRADO (Serbia) – È scomparso all’età di quasi 70 anni Giuseppe Zaccaria, per gli amici Beppe, storico inviato della Stampa sui fronti più caldi di guerre, guerre civili, rivoluzioni e grande esperto in particolare dei Balcani.
Nato a Bari il 18 novembre 1950, laureato in Giurisprudenza, giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 18 novembre 1975, Zaccaria aveva esordito nella redazione romana (allora esistente) della Gazzetta del Mezzogiorno, quindi aveva lavorato per Il Messaggero e per trent’anni era stato inviato della Stampa.

Giuseppe Zaccaria

Aveva seguito il crollo dei regimi dell’Est e la dissoluzione della Jugoslavia, era stato il primo a documentare e denunciare al mondo nel 1993 lo stupro etnico in Bosnia Erzegovina (le sue cronache in materia gli valsero il Premio Hemingway nel 1994), ed i suoi reportage dalla Bosnia furono assunti quali fonti dal Tribunale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, istituzione della quale è stato in seguito consulente.
Come inviato della Stampa, oltre a seguire le guerre civili nei Balcani, aveva seguito la caduta del regime di Ceausescu in Romania ed il crollo dei regimi comunisti in Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia e Polonia, dopo la caduta del Muro di Berlino. Aveva seguito anche l’Intifada, la guerra del Golfo, le rivolte in Indonesia ed a Timor Est.
Nel 2000 gli era stato assegnato il premio Saint Vincent, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, a lungo il più prestigioso riconoscimento giornalistico europeo.
Fra i suoi libri “Noi criminali di guerra, storie vere della ex Jugoslavia” (1994, ed. Baldini e Castoldi, Milano), utilizzato tra l’altro dai giudici del Tribunale penale internazionale dell’Aja), e “Mira Markovic: memorie di una strega rossa. 40 anni di passione e potere a fianco di Slobodan Milosevic”, su Mirjana Markovic, moglie di Slobodan Milosevic (2005).
In anni recenti era stato portavoce di Fiat Serbia a Belgrado, dove si è spento la domenica di Pasqua in un ospedale nel quale era ricoverato in gravi condizioni da alcune settimane.
Professionista di indiscusso valore e di riconosciuta autorità, cronista di razza ed inviato di prestigio, era purtuttavia di carattere scherzoso, ironico ed autoironico, non solo nella vita privata ma anche nel rapporto coi colleghi. (giornalistitalia.it)

Giuseppe Mazzarino

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