Storico capocronista del Messaggero di Ascoli Piceno, è stato presidente dell’Odg

Addio Carlo Paci, il giornalista delle Marche

Carlo Paci, 91enne decano dei giornalisti marchigiani

Carlo Paci, addio al decano dei giornalisti marchigiani

ASCOLI PICENO – Giornalismo marchigiano in lutto per la scomparsa del decano Carlo Paci, 92 anni, storico capocronista del quotidiano Il Messaggero, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche e tra i fondatori della Scuola di giornalismo di Urbino assieme all’allora rettore Carlo Bo.
Nato ad Ascoli Piceno era giornalista professionista iscritto all’Ordine delle Marche dal 15 ottobre 1958. In pensione dal 1987, dopo oltre trent’anni di servizio nel quotidiano per il quale, il 15 aprile 1957, aprì la prima redazione nelle Marche, ad Ascoli Piceno, provincia roccaforte per vendite dell’edizione locale del quotidiano.
«Nel ‘67 riuscii a sostenere l’esame e fui il primo giornalista professionista nelle Marche – ha raccontato Carlo Paci a Rossella Luciani nell’articolo pubblicato l’11 luglio scorso da Giornalistitalia.it – ma lavorai per dieci anni come caposervizio senza esserlo». Macchina da scrivere, pezzi dettati al dimafono fino a quelli consegnati a Roma con i cosiddetti “fuorisacco”: fu questa la vita da cronista di Paci, che si vide piazzare anche una bomba nel bagagliaio dell’auto da ignoti attentatori.
«Ero a cena al ristorante Tornasacco ad Ascoli. Saranno state le 23, avevo appena chiuso la redazione – ricordava Paci – il proprietario mi indica un tavolo. “Sai chi sono quelli? Il signor Ferrari, quello dei vini, e il suo avvocato che lo sta portando in carcere”». Subito Paci telefonò a Roma per dare la notizia.
«Mi richiamò lo stesso direttore Perrone dicendomi: “Paci, io mi fido della tua serietà, nessuna agenzia o informatori la confermano. La pubblico ma, se non è vera, tu perdi il posto e io, il giornale”. La notizia era vera e la foto dell’ingresso di Ferrari nel carcere del Forte Malatesta ne fu la prova». Da lì presero il via clamorosi processi sulla sofisticazione dei vini con ben 900 di indagati.
L’altro scoop fu molto più lieto, ma ebbe inizio sempre con delle bottiglie. Scendendo al bar sotto la redazione ascolana Paci vide un uomo comprare dolci e spumante in quantità. Lo seguì insieme al fotografo e scoprì che quella festa era per la vincita del primo premio della Lotteria Italia da 6 milioni di lire. L’indomani Il Messaggero nazionale fu l’unico giornale ad avere notizia e foto del vincitore. Correva l’anno 1958.
«La redazione ascolana aveva molte stanze – ricorda Paci – e ne dedicai una alla cultura, guidata dall’esordiente artista Tullio Pericoli, le altre a cronaca e giudiziaria». A San Benedetto, Fermo e Pesaro c’erano dei corrispondenti, ma lavoravano da casa, era il ‘60. L’improvvisazione terminò quando aprirono uffici di corrispondenza a San Benedetto, Fermo e Civitanova e la redazione di Macerata negli anni ‘80.
Quando Paci iniziò, nel ’58 il Resto del Carlino vendeva 1.400 copie su Ascoli, quattro volte di più de Il Messaggero. Il primo sorpasso ci fu già negli anni ‘60. L’apice di vendite si raggiunse tra gli anni ’70 e ’80 con oltre 2mila copie solo nella città di Ascoli.
Il giornale all’epoca veniva stampato ad Acquaviva Picena, era in formato tabloid e aveva l’inserto dedicato a Il Messaggero Marche».
Il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, ha dichiarato che “con la scomparsa di Carlo Paci la Città perde uno dei testimoni più acuti della sua storia recente. Professionista di straordinario valore e interprete infaticabile dei valori civili dell’Italia repubblicana, il decano dei giornalisti ascolani è stato – per cultura, sensibilità e onestà intellettuale – un interlocutore, intelligente e costante, per tutti coloro che si sono avvicendati nella gestione amministrativa di Ascoli. Nel corso del mio mandato, fin dai primissimi giorni, non abbiamo mai smesso di confrontarci sugli accadimenti amministrativi più rilevanti e sulle prospettive di una Città che Carlo ha amato profondamente e che non ha mai smesso di sognare migliore, sempre più aperta e colta”.
Carlo Paci lascia tre figli: Sandro, caporedattore del Messaggero, Mario, capo della redazione di Ascoli del Corriere Adriatico, e Cristina, medico del reparto di neurologia dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto. I funerali sono stati celebrati con rito laico al cimitero di Ascoli Piceno. (giornalistitalia.it)

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