Al Gazzettino e in Rai, è stato presidente dell’Odg Friuli Venezia Giulia per 12 anni

Addio al giornalista Piero Villotta

Pietro (Piero) Villotta

TRIESTE – Friuli Venezia Giulia in lutto per la scomparsa del giornalista Piero Villotta. Si è spento questa mattina, nella sua casa di Udine, all’età di 72 anni. Da tempo soffriva di gravi patologie cardiache e a corredo della sua profilo del Facebook aveva scritto: «Inpgi mi fa d’ozi beato e di vivande (fin che dura)».

Piero Villotta

Nato a Udine il 18 novembre 1947, Pietro Villotta era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Friuli Venezia Giulia dal 19 gennaio 1981. La sua carriera lavorativa, però, non era iniziata nel giornalismo, ma in banca, dove il suo spirito di servizio per i colleghi lo aveva portato ad impegnarsi nel sindacato, tanto da diventare prima rappresentante sindacale, poi segretario del sindacato dei bancari della Cisl di cui, negli anni Ottanta, divenne anche segretario nazionale. Il suo cuore, però, batteva forte per il giornalismo. Cominciò a collaborare con il quotidiano Il Gazzettino e, nel volgere di poco tempo, capi che la sua strada era quella. Assunto come praticante, divenne redattore per poi approdare, il 1° giugno 1987, alla Rai, prima nella redazione di Trieste e dal 1995 al giorno della pensione, il 31 luglio 2010, nella sede di Udine. Successivamente è stato direttore del “Ducato dei Vini Friulani” e vice presidente dell‘Ente Friuli nel mondo.
La Rai ricorda che «Piero fu tra le prime persone ad accorrere sul luogo della strage di viale Ungheria a Udine, praticamente assieme all’ambulanza, e per qualche anno curò anche la rubrica radiofonica “Vita nei campi”».

Piero Villotta con Deborah Serracchiani, fino al 2018 presidente della Regione Friuli Venezia Giulia

Anche nel giornalismo, intenso e appassionato è stato il suo impegno negli istituti di categoria: nel sindacato e per quattro mandati (dodici anni) alla presidenza dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, del quale è stato anche consigliere nazionale.
«Figura divenuta familiare ai telespettatori, grazie anche al papillon che indossava sempre (possedeva una collezione infinita di farfalline), nei suoi servizi televisivi e soprattutto radiofonici – ricordano i colleghi di Rai Friuli Venezia Giulia – non rinunciava mai, quando la circostanza glielo permetteva, alla sua proverbiale ironia». (giornalistitalia.it)

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