Storico vaticanista della France Presse e collaboratore del Corriere della Sera

Addio al giornalista Bruno Bartoloni

Bruno Bartoloni

ROMA – Bruno Bartoloni, storico vaticanista dell’agenzia di stampa France Presse e collaboratore del Corriere della Sera, è morto ieri a Roma all’età di 84 anni. Nato praticamente in Vaticano il 26 marzo 1940, dove suo padre è stato il pioniere dei “vaticanisti” fin dagli anni Venti, sua madre lo allattava nei giardini e lui stesso giocava da monello, Bartoloni ha seguito come giornalista il regno di sei papi. Testimone diretto della corruzione che accompagnò la fine di Pio XII, ha attraversato Roma sul predellino dell’auto di Giovanni XXIII, ne ha raggiunto l’appartamento pochi minuti dopo la sua morte, è stato arrestato dai gendarmi all’ingresso del conclave, ha dato per primo l’annuncio del Concilio.

Pio XII

Ha viaggiato da clandestino in un aereo con Paolo VI, ha intervistato al telefono Giovanni Paolo I appena eletto, ha rubato gli sci di Giovanni Paolo II (ma glieli ha poi restituiti). Figlio di un’ebrea tedesca e di un giornalista italo-argentino, il cui passaporto lo ha certamente salvato a Roma dalle razzie naziste, Bruno Bartoloni è collaboratore del Corriere della Sera dal 1975, ha lavorato e scrive per moltissimi quotidiani e settimanali italiani e stranieri. Tra giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 19 febbraio 1963.
Gian Guido Vecchi, sul Corriere della Sera, ricorda che «non c’era nulla che potesse stupirlo, lui che aveva visto sette papi, stava a Castel Gandolfo mentre i vaticanisti bivaccavano con un cartoccio di porchetta in attesa della morte di Pio XII, ed era nella sala stampa vaticana quando saltò fuori che Giovanni XXIII aveva annunciato ai cardinali di voler indire un nuovo concilio ecumenico, quando si dice la notizia». Il padre Giulio Bartoloni era stato tra i pionieri dell’informazione vaticana.

Papa Giovanni XXIII

La madre Marianne era ebrea, lontana parente del compositore Felix Mendelssohn, la famiglia conosceva Albert Einstein. E lui si sentiva in fondo un «marrano», uno di quei «marrani laici come Spinoza o Cervantes» raccontava in un sorriso, come sempre.
«Mio nonno Fritz divenne un marrano insieme a mia nonna Hilde nella speranza di salvarsi. Avevano seguito l’esempio di mia madre Marianne che per potersi sposare con mio padre si era fatta battezzare dal cardinale Eugenio Pacelli», scriveva in «Le orecchie del Vaticano» (Pagliai, 2012): «Si fecero battezzare ma so con certezza che fu per necessità. Fui battezzato anch’io per la stessa necessità e non certo per mia scelta. Posso quindi recuperare con orgoglio il nobile titolo di marrano». Lo raccontava con un filo di ironia: «Nel fare l’elogio del marrano, c’è chi ne ha sottolineato il sentimento dello sradicamento, il desiderio di universalismo, l’assenza di certezze. È con occhi marrani che ho sempre guardato al Vaticano per oltre cinquant’anni». Ma erano ricordi dolorosi: «Sono tornato ad essere ebreo il 7 luglio 1944.

Giovanni Paolo I, Albino Luciani

Quel venerdì, voglio credere al tramonto, quando il sabato era ormai iniziato, mio nonno Fritz è morto nel blocco 19 ad Auschwitz», scriveva nel suo ultimo libro, «Zucchetti e kippah» (Pagliai, 2023).
Andrea Tornielli, su Vatican News, dal canto suo ricorda che Bruno Bartoloni «indossava in ogni stagione sgargianti camicie a fiori. Sorridente, sempre con la battuta pronta, stemperava in romanesco qualsiasi tensione.

Giovanni Paolo II

Aveva il vaticanismo nel DNA, nel vero senso della parola, essendo figlio di un grande pioniere dell’informazione sul Papa e la Santa Sede, mestiere che lui ha abbracciato con passione diventandone un protagonista».
Per 45 anni redattore vaticanista della France Presse e dal 1975 collaboratore del Corriere della Sera, ha scritto per numerose agenzie, ha pubblicato articoli su diversi quotidiani e periodici italiani e internazionali: da Epoca a Panorama, dalla Reuters a Paris Match fino al brasiliano Veja. Ha annunciato l’elezione dei Pontefici da Giovanni XXIII a Benedetto XVI. Oltre che giornalista è stato anche romanziere. Al suo romanzo “Il Rigogolo del Vaticano”, edito da Polistampa nel 2008, è seguito “Le roman du Vatican secret”, pubblicato in Francia da Rocher nel 2009. Sono poi usciti “Le orecchie del Vaticano” (Pagliai, 2012), “Le ali di Leonardo sul vento del Bosforo” (LogartPress, 2013), “Zucchetti e kippah” (Pagliai, 2023).

Romano Bartoloni

Bruno Bartoloni ha sempre portato al collo una piccola stella di David d’oro perché era figlio di un’ebrea berlinese, Marianne Dorn-Warschauer, nipote del grande compositore Felix Mendelssohn-Bartholdy. Il padre Giulio, giornalista italo-argentino, è stato un pioniere dell’informazione vaticana fin dai tempi di Papa Benedetto XV.
Alla famiglia, ed in particolare al fratello Romano, storico giornalista del quotidiano Il Popolo e colonna critica, ma sempre onesta, degli istituti di categoria dei giornalisti, il commosso abbraccio del Direttore e della Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Tristezza e cordoglio. Sentite condoglianze a Romano e ai familiari tutti.

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