Storico direttore de L’Opinione, è stato esponente della corrente moderata della Fnsi

Addio al giornalista Arturo Diaconale

Arturo Diaconale

ROMA – Lutto nel mondo del giornalismo. È morto Arturo Diaconale. Aveva 75 anni e da tempo lottava contro una brutta malattia. Impegnato nel sindacato dei giornalisti, è stato vice segretario nazionale della Fnsi e segretario dell’Associazione Stampa Romana. Esponente di punta della componente moderata del sindacato dei giornalisti, che ha portato alla segreteria Giuliana Del Bufalo, ha contribuito a migliorare il contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Nato a Montorio al Vomano (Teramo) l’8 settembre del 1945, dopo aver peregrinato con la famiglia a Teramo, Roma e Padova, a 14 anni si era trasferito definitivamente nella Capitale, laureandosi in giurisprudenza e avvicinandosi al  mondo dei giornali come correttore di bozze del settimanale satirico “Il Travaso delle idee”.

Arturo Diaconale (primo a sinistra) con i colleghi della Sala stampa in San Lorenzo in Lucina

Ha lavorato nei settimanali “Abc”, “Mondo d’oggi”, nelle agenzie di stampa Aipe e Aga e, dagli anni Settanta, in numerose testate grazie alla sua frequentazione della Sala Stampa di piazza San Silvestro.
Praticante del Giornale di Sicilia, giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 27 novembre 1975, è stato redattore parlamentare e capo della redazione romana specializzandosi nell’analisi della politica interna.
Ha seguito tutte le vicende della politica nazionale, (i congressi di partito, i dibattiti parlamentari, ecc…), i drammatici sviluppi dei cosiddetti “anni di piombo” con le Brigate Rosse e i gruppi terroristici di estrema destra, gli anni finali del pontificato di Paolo VI, la morte improvvisa di Papa Luciani, l’avvento di Giovanni Paolo II.

Arturo Diaconale

Nel 1985, approdato a “Il Giornale” di Indro Montanelli come notista politico, in breve si è guadagnato il titolo di editorialista di politica interna. Lasciato Il Giornale alla fine del ’91, non condividendo la decisione di Montanelli di nominare come condirettore Federico Orlando (“allora in fase di conversione a sinistra”, spiegò Diaconale), è stato redattore capo del telegiornale “Studio Aperto” diretto da Emilio Fede e, su proposta dell’allora segretario del Pli Renato Altissimo, artefice della trasformazione dell’allora settimanale “L’Opinione” in quotidiano. Sciolto il Pli nel ’93, in seguito a Tangentopoli, ha costituito la cooperativa che ha rilevato il giornale trasformandolo in un quotidiano di area liberal-democratica (“L’Opinione delle libertà”) , che ha diretto fino a qualche mese fa.

Arturo Diaconale con Franco Siddi, che lo ricorda così: “Morto un uomo di forte umanità e intelligenza che ha sempre affermato la sua distinta identità culturale e politica. Un uomo di libertà e confronto. Esperienze arricchenti in Fnsi e in Rai”

Intensa anche la sua attività televisiva. Negli anni Novanta ha ideato con Maurizio Costanzo ed Enrico Basile il programma “Il cappello a tre punte” ed il quotidiano televisivo “Sala stampa”, quindi con Renzo Foa ha condotto su Raitre il programma “Ad armi pari”.
Tra i suoi libri: “Tecnica del moderno colpo di stato, magistrati e giornalisti” (Spirali) “Attacco alla libertà”, “Democrazia e libertà” con Davide Giacalone (Rubbettino), “Iran, Israele, l’olocausto nucleare” (Koinè), “Come ci vedono gli stranieri”.
È stato, dal 2010 al 2015, presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed era tuttora presidente della Fondazione Gran Sasso d’Italia da lui creata. È stato consigliere di amministrazione della Rai e, da luglio 2016, direttore della comunicazione della società calcistica Lazio e portavoce del presidente Claudio Lotito. (giornalistitalia.it)

La vignetta dedicata da Forattini a Diaconale nel 1990

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