Fu direttore del Corriere dell’Umbria e delle Gazzette di Longarini e segretario del Siai

Addio a Paolo Farneti, una vita da cronista

Paolo Farneti (foto Corriere dell’Umbria)

ROMA – È morto a Roma, nella clinica in cui era ricoverato per problemi di cuore, il giornalista Paolo Farneti, 73 anni compiuti il 6 marzo scorso. Lascia la moglie, Rossella Santilli, anche lei giornalista, alla Tgr Rai del Lazio.
Paolo Farneti aveva iniziato la sua carriera giornalistica nel 1970 a Milano, al quotidiano Avvenire, per poi passare a Roma e conquistare la qualifica di giornalista parlamentare. Negli anni ’80 diventa condirettore del Corriere dell’Umbria e dal 1986 è direttore delle Gazzette del Gruppo Longarini, sparse tra le Marche e la Romagna.
Dal 1993 sino al 2000 è stato portavoce del Dipartimento della Protezione civile, guidando la “Missione Arcobaleno” per aiutare i profughi albanesi in fuga dal Kosovo. Più tardi diventerà direttore della Gazzetta politica e poi della Nuova Gazzetta di Arezzo e Firenze.
«Per otto anni, fino al 2016, era stato un’autentica colonna del Siai, il Sindacato degli inquilini dell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti, riempiendo di passione – sottolinea il Siai nel suo messaggio di cordoglio – la sua carica di Segretario generale che aveva poi lasciato per impegni concomitanti e nuove circostanze sopravvenute».
«Ricorderemo, oltre al quotidiano impegno in questo sindacato, la sua verve, le sue battute continue, le sue osservazioni sagge. E stringiamo in un forte abbraccio la moglie Rossella», affermano i colleghi del Sindacato Cronisti Romani.
I funerali di Paolo Farneti si svolgeranno oggi, giovedì 21 marzo, alle 15.30, nella chiesa di Santa Chiara, in piazza dei Giochi Delfici, a Roma. (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Francesco Calabrò

    Un caro amico che ci lascia. Con Paolo una antica conoscenza anche fuori della professione. Avevamo deciso di riunire i superstiti della commissione d’esame all’Ordine nazionale del quale entrambi avevamo fatto parte nel 2006. Non ci siamo riusciti, caro Paolo. Mi resta il tuo sorriso e il ricordo di tante ore passate assieme.

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