Per la prima volta sì alla sostituzione con 4 non giornalisti. Un altro duro colpo per l’Inpgi

Accordo a Repubblica: escono 54 giornalisti

La redazione del quotidiano la Repubblica

ROMA – Accordo al quotidiano “la Repubblica” per l’uscita anticipata di 54 giornalisti che, di conseguenza, finirà per assestare un duro colpo all’Inpgi. Il nuovo Comitato di redazione di Repubblica ha, infatti, sottoscritto con i rappresentanti della Gedi News Network Spa (Corrado Corradi e Roberto Moro) e la Direzione (Maurizio Molinari e Carlo Bonini) l’accordo per i prepensionamenti che prevede l’uscita anticipata dei giornalisti entro un anno (35 entro il 2021).
La vertenza era stata avvisata dalla precedente rappresentanza sindacale aziendale che ha rassegnato le dimissioni nell’agosto scorso. Per ogni uscita sono previsti incentivi inferiori ai cinquantamila euro e messa in cassa integrazione a zero ore per coloro i quali non intendono accettare i prepensionamenti.

Maurizio Molinari

Di contro, sono previste 27 nuove assunzioni (1 ogni 2 uscite) attingendo dal bacino dei precari. Il direttore Maurizio Molinari potrà, invece, assumere 4 figure professionali non giornalistiche (tecnici, digital data analyst, esperti Seo e di sistemi editoriali) nel caso in cui ci fossero colleghi disposti a lasciare l’azienda senza prepensionamento. Per gli “esodati” il rapporto è, infatti, di 1 ogni 2 uscite.
All’incontro per la sottoscrizione dell’accordo erano presenti i rappresentanti della Gedi News Network Spa (Corrado Corradi e Roberto Moro), la Direzione (Maurizio Molinari e Carlo Bonini) e il Comitato di Redazione della testata «per completare il confronto sul piano degli interventi predisposto dall’Azienda al fine di fronteggiare la situazione di grave criticità economica della testata la Repubblica».
Il Cdr ha «preso atto» della situazione esposta e convenuto con l’azienda «la compiuta realizzazione del Piano di Riorganizzazione» che passerà alla fase attuativa a partire dal 1° novembre 2021 ed avrà una durata di 12 mesi» e «determinerà l’insorgenza di un esubero di giornalisti».
La Società, «tenute presenti le esigenze aziendali e sentite le osservazioni del Comitato di Redazione, ha convenuto di limitare le eccedenze a 54 unità, numero pari a quello delle unità che, sulla base dei dati in possesso dell’Azienda, nel corso dei 12 mesi di durata massima del Piano di Riorganizzazione, potrebbero maturare i requisiti per accedere al prepensionamento ex art. 37, comma 1, lett. B) della Legge n. 416/1981»
«Conseguentemente, al fine di consentire la compiuta implementazione del Piano di Riorganizzazione e nel contempo minimizzare le conseguenze sotto il profilo sociale della gestione delle eccedenze di personale da essa risultante», azienda e Cdr concordano di «ricorrere, in via prioritaria, come previsto dall’Allegato D, punto 3, del CNLG, per la durata massima di 12 mesi, all’utilizzo della Cassa integrazione Guadagni straordinaria per riorganizzazione aziendale in presenza di crisi, ex art. 25-bis, comma 3, lett. a) del D.Lgs n. 148/2015 finalizzata al prepensionamento ex art. 37 della Legge n. 416/1981».

La sede di Repubblica, al numero 90 di via Cristoforo Colombo a Roma

Le Parti concordano che, «nell’ambito del personale giornalistico in eccedenza, conformemente a quanto previsto dall’Allegato D, punto 3, del CNLG verranno individuati e saranno, quindi, collocati in Cigs i giornalisti che, sulla base dei dati a disposizione dell’Azienda, hanno maturato o matureranno durante la vigenza del Piano i requisiti per accedere al prepensionamento ex art. 37 della Legge n. 416/1981 e successive modifiche. I predetti giornalisti verranno sospesi a zero ore; d’accordo con la Direzione della testata, non è prevista la rotazione tra il personale sospeso, in ragione della complessità del Piano di Riorganizzazione».
«Resta inteso – si legge ancora nell’accordo – che, per i giornalisti che matureranno i requisiti durante la vigenza del Piano, l’inizio della collocazione in Cigs avverrà a partire da tre mesi prima della maturazione dei requisiti stessi, al fine di consentire ai giornalisti di optare per il prepensionamento dopo il terzo mese di Cigs secondo quanto previsto dall’art. 9 del DM n. 100495 del 23 novembre 2017.
Qualora si riscontrasse documentalmente che un giornalista collocato in Cigs non potesse maturare durante la vigenza del Piano i requisiti per accedere al prepensionamento, verrà revocata la sospensione in Cigs del giornalista stesso».
L’Azienda si impegna, quindi, «a procedere ad una assunzione con contratto giornalistico a tempo indeterminato per ogni due uscite di prepensionati e anticiperà il trattamento di integrazione salariale di competenza dell’Inpgi».
Azienda e Comitato di Redazione si impegnano, quindi, a «procedere in sede aziendale a verifiche periodiche sullo stato di attuazione del Piano con cadenza trimestrale e nell’ipotesi in cui, al termine del Piano di Riorganizzazione, residuasse ancora un’eccedenza di personale, si incontreranno per un esame congiunto della situazione».
È la prima volta che, in una grande azienda editoriale, viene sottoscritto un accordo sindacale che prevede la sostituzione di giornalisti con altre figure professionali. La vicenda dimostra, insomma, che è lontana la prospettiva di infoltire la platea dei contribuenti. Ancora per un certo tempo, l’occupazione pare destinata a diminuire. Dopo La Stampa, lo stato di crisi lo ha fatto la Repubblica, dello stesso gruppo Gedi. E quanto gli stati di crisi li fanno i grandi gruppi, vuol dire che gli altri sono già in coda. Le nubi sono alte. Quanto alle possibili assunzioni di non giornalisti, la Fieg aveva chiesto e ottenuto dalla legge questa possibilità. Ora è prevedibile, avendo fatto questa scelta una testata come la Repubblica, che si apra una pericolosa autostrada. Le soluzioni di portare altre categorie all’Inpgi si dimostrano, dunque, ogni giorno di più velleitarie. Per l’Inpgi la via realistica appare, quindi, solo la pubblicizzazione della Previdenza dei giornalisti. (giornalistitalia.it)

 

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