Partigiano, è considerato uno i massimi promotori del federalismo europeo

70 anni fa moriva il giornalista Eugenio Colorni

Eugenio Colorni

Eugenio Colorni

ROMA – Ricorre oggi il 70esimo anniversario dell’uccisione a Roma del giornalista milanese di origine ebrea Eugenio Colorni, considerato uno dei massimi promotori del federalismo europeo assieme ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.
Professore di lettere, filosofo (era studioso di Leibniz e Kant), scrittore e politico, si impegnò politicamente contro il regime fascista, prima avvicinandosi al gruppo di Giustizia e Libertà, poi al Partito Socialista.
Partecipò alla stesura del Manifesto di Ventotene, isola in cui viene confinato per oltre due anni dal gennaio 1939 perché antifascista. Durante la Seconda Guerra Mondiale collaborò con numerose testate: Il Convegno, La Cultura, Civiltà Moderna, Solaria e Rivista di Filosofia.
Alla fine del 1941 fu inviato al soggiorno obbligato a Melfi, ma fuggì il 6 maggio del 1943 e si rifugiò a Roma. Passato alla clandestinità si dedicò da latitante nella capitale all’organizzazione del Psiup.
Partigiano combattente morì a 35 anni sotto la falsa identità di Franco Tanzi all’ospedale San Giovanni di Roma il 30 maggio 1944 dopo essere stato gravemente ferito pochi giorni prima in via Livorno 20 da una pattuglia di militi fascisti della banda Koch.
Fu decorato con la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria concessagli nel 1944 con la seguente motivazione: “Indomito assertore della libertà, confinato durante la dominazione fascista, evadeva audacemente dedicandosi quindi a rischiose attività cospirative. Durante la lotta antinazista, organizzato il centro militare del Partito Socialista Italiano, dirigeva animosamente partecipandovi, primo fra i primi, una intensa, continua e micidiale azione di guerriglia e di sabotaggio. Scoperto e circondato da nazisti li affrontò da solo, combattendo con estremo ardimento, finché travolto dal numero, cadde nell’impari gloriosa lotta. Roma, 28 maggio 1944”. 
Cliccare sul sito del Quirinale: 
http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14140


Patriota ed Eroe della Resistenza, Colorni (per la sua foto cliccare su: http://www.infocenters.co.il/gfh/notebook_ext.asp?book=97828&lang=eng) fu il quarto giornalista ad essere ucciso dai nazifascisti nella Seconda Guerra Mondiale dopo la fucilazione a Bologna di Ezio Cesarini (veneto di nascita di Montebello Vicentino, ma bolognese d’adozione, medaglia d’argento al valor militare alla memoria) il 27 gennaio 1944 e a Forte Bravetta a Roma dei colleghi di “Bandiera Rossa” il milanese Carlo Merli e il milanese d’adozione, ma nativo di Massa Carrara, Enzio Malatesta (medaglia d’oro al valor militare alla memoria) avvenuta il 2 febbraio 1944.
Va rimarcata positivamente una nobile iniziativa del Comune di Melfi, della Sezione Anpi e dell’Associazione “Francesco Saverio Nitti” che per celebrare degnamente la Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista hanno dedicato un mese fa la ricorrenza del 25 Aprile al ricordo della figura e dell’opera di Eugenio Colorni.
 Sarebbe, tuttavia, opportuno ricordare degnamente la memoria di Eugenio Colorni anche in via Livorno a Roma, luogo dove venne ferito a morte con una nuova lapide leggibile e priva di errori.
Oggi, infatti, vi é una lapide spaccata in due, un’altra semilleggibile perché scurita dal tempo e un’ultima, posta 10 anni fa dalla III Circoscrizione del Comune di Roma, persino erronea (cliccare su: http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=5221, e https://www.google.it/maps/@41.914751,12.522584,3a,44.3y,161.93h,100.43t/data=!3m4!1e1!3m2!1sxwKmsBYb85aP__yWJpdeQA!2e0)

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In precedenza altre 3 lapidi in suo ricordo erano state addirittura distrutte da atti vandalici prima del 1982!

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