Lo chiedono all’Ue gli editori europei, riuniti oggi a Roma nella sede della Fieg

Web: “Equa concorrenza e uguali criteri di ricerca”

GoogleROMA – “Riconoscere l’equa concorrenza e la parità nei risultati di ricerca quali condizioni essenziali per un florido mercato dei media”.
E’ quanto chiedono all’Unione Europea gli  editori d’Europa, riuniti oggi  a Roma, nella sede della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali), in occasione dell’Assemblea generale dell’Enpa (l’associazione europea, appunto, degli editori di quotidiani).
Gli editori di tutta Europa hanno espresso le loro preoccupazioni per il fatto che “la Commissione europea sembra voler concludere – spiega una nota degli editori – l’indagine Ue antitrust contro Google, nonostante le ultime proposte di Impegni presentate dal motore di ricerca non pongano fine all’abuso di posizione dominante realizzato nel mercato digitale”.
Gli editori europei di giornali chiedono, inoltre, che vengano “adottati uguali criteri di ricerca e di visualizzazione per tutti i siti web, compresi i servizi di Google”.
Finora, spiegano gli editori, “le proposte di impegni presentate da Google per risolvere l’indagine Ue antitrust non pongono fine né all’uso non autorizzato dei contenuti di terzi, né tantomeno alla palese discriminazione realizzata nella classifica dei risultati di ricerca”.
In particolare, il presidente dell’Enpa, Ivar Rusdal, ha dichiarato che “se la Commissione europea dovesse legittimare le attuali attività anticoncorrenziali di Google, sarebbero gravemente compromessi il futuro sviluppo e la sostenibilità del settore della stampa digitale in Europa. In questo dibattito – ha rimarcato il presidente degli editori europei – sono in gioco i principali valori europei come la libertà di stampa e l’accesso dei cittadini ai diversi mezzi di comunicazione”.
Nella risoluzione adottata oggi, i delegati all’Assemblea generale Enpa hanno anche chiesto adeguate condizioni legislative ed economiche nel mercato digitale, fra cui il rispetto del diritto d’autore e la riduzione dell’Iva per le pubblicazioni digitali.
“Libertà di stampa e pluralismo sono possibili solo con imprese editrici libere – ha detto, dal canto suo, il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, – ed economicamente sane, che operino in un contesto di regole di mercato: rafforzare l’effettività della tutela del diritto d’autore in internet e consentire l’applicazione di aliquote Iva ridotte ai contenuti editoriali accessibili su diverse piattaforme significa rafforzare le imprese stesse, la loro economicità e la loro capacità di sviluppare e sperimentare nuove forme di comunicazione multimediale”.

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