L’Assostampa Abruzzo: “Amicone vuole 45mila euro da Lilli Mandara del Messaggero”

Vince sull’editore, ma chiede i soldi alla giornalista

Lilli Mandara

Lilli Mandara

Mario Amicone

Mario Amicone

PESCARA – “Amicone vince la causa contro Il Messaggero ma chiede il risarcimento per l’intera somma solo alla collega Mandara. Suona come un gesto intimidatorio, di quelli che si fatica a crederci e di cui non si vorrebbe raccontare”. È quanto afferma il Sindacato dei giornalisti abruzzesi, che ripercorre nel dettaglio il caso: “Mario Amicone, direttore di nomina politica dell’Agenzia regionale per l’ambiente, vince una causa contro il Messaggero per una vicenda di tre anni fa e il gruppo editoriale, il direttore responsabile Mario Orfeo e la collega Lilli Mandara vengono condannati ‘in solido’ a pagare 45 mila euro”.
“In tutti i casi del genere – prosegue l’Assostampa Abruzzo – ci si rivale sull’editore che ha coperture assicurative e fondi accantonati a questo scopo. Invece no. L’atto di precetto per l’intera somma viene inviato al soggetto più debole della catena: la giornalista Mandara. Una decisione stupefacente se l’obiettivo era, come è, quello di avere un risarcimento in denaro. Normalmente si cerca dove si è certi di venire ristorati. Invece, in questi giorni, l’ufficiale giudiziario procederà al pignoramento dei beni personali della collega”.
“Noi ci saremo, – assicurano i colleghi del Sindacato Giornalisti dell’Abruzzo – e invitiamo i colleghi abruzzesi ad esserci, in tanti, con tutti gli strumenti del mestiere, quelli che ci consentono di raccontarla e divulgarla bene questa storia perché non vi è dubbio che l’accaduto riveste valore generale in quanto minaccioso precedente che può colpire tutti”.
“Il nostro, quindi, non è solo un atto dovuto, – rimarca l’Assostampa – e ci mancherebbe altro, non è solo un gesto di solidarietà nei confronti della collega che ogni giorno racconta le storie e le ‘malestorie’ abruzzesi dal suo blog Maperò, ma un gesto di protesta e testimonianza per far si che lei, come qualunque giornalista, possa continuare a fare il suo lavoro sconfiggendo un clima di intimidazione verso l’informazione che si sta facendo sempre più palpabile e pesante”.

LORUSSO (FNSI): “SI VUOLE INTIMIDIRE UNA COLLEGA CORAGGIOSA”

“Suscita sgomento e preoccupazione la vicenda della collega Lilli Mandara, giornalista abruzzese già in forza alla redazione di Pescara del Messaggero”. Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
“Nei prossimi giorni – dice Lorusso – la collega subirà il pignoramento di alcuni beni per via di una condanna a risarcire il direttore dell’Agenzia regionale per l’ambiente, Mario Amicone. La storia risale agli anni in cui la collega era dipendente del Messaggero: venne trascinata in giudizio, insieme con l’allora direttore e con l’editore della testata, per una serie di articoli ritenuti diffamatori. È però inaccettabile che, nonostante la collega sia stata condannata in solido insieme con il direttore e l’editore, l’atto di precetto per l’intera somma di 45mila euro sia stato notificato soltanto a lei pretendendone il pagamento per intero”.
“La vicenda – incalza Lorusso – si qualifica da sola. Si tratta di un tentativo di intimidire una collega coraggiosa, che anche adesso che svolge l’attività giornalistica come freelance, curando il blog Maperò, continua a fare il proprio dovere e a denunciare episodi di cattiva amministrazione e di cattiva politica. La Federazione nazionale della Stampa è al fianco della collega e rinnova l’invito a tenere alta la guardia contro tutti i tentativi di imbavagliare la stampa e di mortificare il diritto di cronaca”.

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