Dal 2011 scese da 4,8 a 3,1 milioni. Cresce il digitale. Whatsapp cannibalizza gli sms

Vendite dei quotidiani in caduta libera: -9,5%

giornali al maceroROMA – Nel settore dell’editoria, nel mese di settembre 2016, la vendita di quotidiani è risultata di poco superiore a 2,6 milioni di copie, in flessione di circa il 9,5% rispetto a settembre 2015. Ad evidenziarlo è l’Osservatorio sulle comunicazioni 2016 dell’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sottolineando che il quadro competitivo vede leggermente diminuire le vendite di Rcs Mediagroup, mentre si rafforzano il Gruppo Editoriale l’Espresso e il gruppo Caltagirone.
Nell’editoria quotidiana, tra il 2011 ed il 2015 le copie cartacee vendute giornalmente sono passate da 4,8 a 3,1 milioni di unità. La flessione dei gruppi di maggiori dimensioni è risultata di poco inferiore al 30%, mentre per gli editori di minori dimensioni la riduzione è stimabile nell’ordine del 45%. Nell’editoria periodica, le copie vendute annualmente sono diminuite del 33% passando da 1,4 miliardi nel 2011 a circa 940 milioni di unità nel 2015.
Nel solo 2015 si registra una flessione del 12,5%. I volumi delle copie digitali dei periodici editi in formato cartaceo anche se in crescita di oltre il 15% nel 2015, rimangono marginali rispetto alle copie cartacee (il 2,5% nel 2015). Circa il 50% delle imprese che hanno trasmesso i dati alla Ies svolge la propria attività nell’editoria quotidiana e periodica. Le prime 20 imprese editoriali censite detengono oltre il 70% dei ricavi complessivi, come evidenziato dalle dichiarazioni trasmesse nel 2016.
Nel mercato televisivo Rai e Mediaset si confermano ai primi posti negli ascolti (rispettivamente al 34,4% e al 32,2%), anche se in flessione dal 2012, a vantaggio di Sky e soprattutto dei canali Discovery.
Gli accessi complessivi alla rete fissa a banda larga superano le 15,4 milioni di unità – con una crescita di 630mila unità su base annua – mentre le linee Nga (Next Generation Access) sono oltre due milioni (+720 mila dall’inizio dell’anno) soprattutto grazie alla crescita di Telecom e Vodafone. Inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio sulle comunicazioni pubblicati da Agcom, le linee broadband di velocità superiore ai 10 Mbit (quasi 7,5 milioni di unità) sono il 48,5% del totale, di cui il 12,8% è rappresentato da linee oltre i 30 Mbit. La quota di Telecom Italia è pari al 46%, con una flessione dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2015 rallentata però dal buon andamento degli accessi in fibra. Da rilevare invece la crescita di Vodafone (+0,5%) e di alcuni operatori Fixed Wireless Access (Fwa) che mostrano una crescita complessiva dello 0,7%.
Nel settore delle linee mobili, queste hanno registrato complessivamente su base annua un leggero aumento (+410mila linee), dovuto quasi esclusivamente ai Mvno (Mobile Virtual Network Operator). L’Osservatorio evidenzia che le sim tradizionali (voce + dati) si sono ridotte di 2,2 milioni di unità, mentre sono cresciute le sim “M2M” (+2,6 milioni): negli ultimi cinque anni il volume complessivo delle sim Machine to Machine è più che raddoppiato, passando da circa 4,9 milioni a 11,4 milioni di unità. Per quanto riguarda il traffico dati, il numero di sim con accesso ad internet è cresciuto del 9,7%, arrivando a superare le 53 milioni di unità. Telecom Italia si conferma leader di mercato con una quota del 30,3%, seguita da Vodafone (29,2%) e Wind (22,4%).
Interessante il dato relativo agli sms inviati da inizio anno (17,8 miliardi): “cannibalizzati” da nuove applicazioni di comunicazione, in particolare Whatsapp, si sono ridotti del 27,7% rispetto allo stesso periodo del 2015 e di oltre il 75% rispetto al livello massimo raggiunto nel 2012 (72,2 miliardi).
Nel settore postale, nei primi nove mesi dell’anno i ricavi complessivi sono aumentati mediamente del 2,5%, con i servizi di corriere espresso in crescita del 8,1% e quelli postali in flessione del 3,8%. I volumi dei servizi compresi nel servizio universale risultano in flessione del 15,2%, gli invii di pacchi risultano invece in crescita di oltre il 12,5%. (giornalistitalia.it)

 

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