Dopo 8 mesi la sentenza a favore del giornalista Giuseppe Meduri non è stata onorata

Ufficio Stampa, condannata la Regione Calabria

Giuseppe Meduri

Giuseppe Meduri

Regione CalabriaCATANZARO – Il 23 settembre 2016 il Tribunale di Catanzaro ha condannato la Regione Calabria al pagamento delle indennità previste dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg al giornalista Giuseppe Meduri, ma a distanza di 8 mesi la sentenza non è stata onorata, pertanto le spettanze dovute non ancora corrisposte.
Il giudice del lavoro della I Sezione Civile Controversie di Lavoro e Previdenza del Tribunale di Catanzaro, Paola Ciriaco, in pieno accoglimento delle richieste del giornalista, difeso dall’avvocato Carla Falduto, ha inoltre condannato la Regione Calabria al pagamento delle spese processuali quantificate in 3500 euro oltre Iva e cpa.
Meduri, all’epoca dei fatti vicecaporedattore dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale, il 13 maggio 2015 aveva contestato il mancato adeguamento del contratto nazionale di lavoro giornalistico all’ufficio stampa della Giunta regionale a quello dei colleghi del Consiglio regionale. La Regione Calabria non si è costituita in giudizio, pertanto è stata condannata in contumacia.
Nel merito, il Tribunale di Catanzaro ha ritenuto il ricorso fondato perché “in primo luogo, per legge regionale è già prevista l’equiparazione del trattamento economico a quello previsto per i giornalisti alle dipendenze del Consiglio Regionale. E ciò alla luce dell’art. 52 della legge regionale n. 47/2011 In secondo luogo, per stessa previsione del contratto individuale di lavoro, il rapporto giornalistico in questione è pacificamente disciplinato dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Giornalistico, con tutto quanto ne consegue anche in tema di trattamento retributivo”.
Inoltre, il giudice del lavoro ha riconosciuto la maggiorazione del 18% del minimo tabellare prevista per i dipendenti delle agenzie di informazioni quotidiane per la stampa (Meduri era anche vicedirettore dell’Agenzia “Calabria Notizie”), l’aumento periodico di anzianità pari al 6% del minimo di stipendio e  la maggiorazione del compenso ai sensi dell’art. 14 del Contratto Fnsi-Fieg (“la cessione ad altre aziende o testate di servizi di corrispondenza e di collaborazione forniti dai giornalisti dipendenti darà luogo per la durata dell’utilizzazione ad un maggiore compenso nella misura del 30% dello stipendio mensile”).
Pienamente soddisfatto della sentenza, il giornalista Giuseppe Meduri sottolinea che «la questione era abbastanza chiara e durante gli anni in servizio presso l’ente, l’ho sottoposta più volte ai burocrati tutt’ora al comando dei settori al dipartimento personale. Nessuna possibilità di dialogo e teorie abbastanza “singolari” per motivare i dinieghi, nonostante la consapevolezza che andare in giudizio sarebbe costato all’ente molto di più, ovviamente sulla pelle dei calabresi».
«Eppure – denuncia Meduri – negli ultimi mesi abbiamo visto il riconoscimento di debiti fuori bilancio in tempi record, prima ancora che si concludesse il giudizio di secondo grado. A cosa è imputabile questa differenza di trattamento? Considerato che altri colleghi nella medesima condizione del sottoscritto, sono pronti a chiedere il rispetto dei loro diritti, più tempo passa e maggiori saranno le spese che la Regione dovrà sborsare per consulenze legali e interessi vari. Perché nessuno ha il timore di dover rispondere di danno erariale?». (giornalistitalia.it)

Massimo Calabrò: “La Regione Calabria eviti inutili contenziosi”

REGGIO CALABRIA – “Apprendo con soddisfazione la sentenza che riguarda il collega Giuseppe Meduri; è la naturale conseguenza delle azioni intraprese per rivendicare il rispetto del contratto”. Massimo Calabrò, già vice capo Ufficio Stampa della Regione Calabria, commenta così la sentenza a favore del collega. “Mi auguro che la Regione Calabria– ha dichiarato a Giornalistitalia.it –  dia seguito alla sentenza, tra l’altro non appellata, ed eviti lungaggini burocratiche anche per chi si trova nelle medesime condizioni ed ha un ricorso in atto”.
“Ulteriori ritardi – sottolinea Calabrò – creerebbero solo nocumento alle casse dell’ente visto che, almeno sino ad oggi, è molto difficile individuare il colpevole per errori ed eventuali abusi commessi. E visto che il Consiglio regionale a suo tempo, ha provveduto a sanare la questione relativa al rispetto del contratto giornalistico senza avviare alcun contenzioso bensì alla presentazione di una semplice istanza”. (giornalistitalia.it)

 

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