Andrea Lumino (Slc-Cgil) collaborava con Francesca Pietrobelli (Tg3) ad un servizio

Taranto: minacciati sindacalista e troupe Rai

Andrea Lumino, segretario provinciale Slc-Cgil di Taranto

Andrea Lumino, segretario provinciale Slc-Cgil di Taranto

TARANTO – Tanti piccoli Spada impestano il nostro Paese, minacciano giornalisti e sindacalisti, cercano di imporre illegalità ed omertà. Un recente episodio è avvenuto a Taranto, città particolarmente disgraziata che ai danni di una multiforme inquinamento dovuto ad una altissima concentrazione industriale somma anche quelli di una disoccupazione ed inoccupazione fortissime (e già questo è piuttosto contraddittorio…), con l’aggiunta di lavoro nero e semi-nero, ai limiti dello schiavismo. Come quello di certi call center.
Uno di questi call center, che lavorava per Tim, come molti hanno omesso di ricordare, è stato chiuso il 25 gennaio, con intervento dei Carabinieri, per le condizioni di sfruttamento dei lavoratori (in questo caso lavoratirci: in nero, pagate pochissimo e non pagate affatto se non venivano conclusi contratti telefonici), dopo la denuncia del Sindacato lavoratori delle comunicazioni (Slc) della Cgil.
E proprio il segretario provinciale Slc-Cgil, Andrea Lumino, sempre esposto in prima persona nel contrasto all’illegalità ed allo sfruttamento, è stato minacciato mentre, con una troupe Rai (la giornalista del Tg3 Francesca Pietrobelli e due cameramen), collaborava ad un servizio per il Tg3 Fuori onda.
Dopo aver intervistato le lavoratrici sfruttate, con la macchina Rai Lumino, la Pietrobelli e i cameramen erano andati a fare riprese della sede del call center; appena riavviata l’auto, una persona si è lanciata sulla strada fin quasi a farsi investire. Ad auto ferma, il passante ha urlato a Lumino: “Stai attento a quello che fai e che dici”, quindi si è dato alla fuga. È stato identificato dalle lavoratrici del call center come uno dei “capetti” dell’azienda, e il sindacalista ha sporto denuncia contro di lui.
Niente contatto fisico, stavolta. E meno male. Ma il clima pesante di intimidazione non può essere sottovalutato. (giornalistitalia.it)

Giuseppe Mazzarino

I commenti sono chiusi.