Rai Storia ricorda il collega scomparso il 16 aprile scorso a Camogli

Piero Ottone, il giornalista gentleman

Piero Ottone

Piero Ottone

ROMA – Giornalista e scrittore, Piero Ottone, pseudonimo di Pierleone Mignanego, si è spento lo scorso 16 aprile a Camogli. Per ricordarlo Rai Cultura propone “Piero Ottone. Il giornalista gentleman” con la regia di Pierluigi Castellano, in onda giovedì 3 agosto alle 19.50 su Rai Storia.
Attraverso interviste e filmati, il documentario ripercorre la sua carriera iniziata come corrispondente da Londra per la “Gazzetta del Popolo” e proseguita come corrispondente da Mosca per il “Corriere della Sera” di cui nel 1972 diventa direttore.
Al quotidiano milanese – che cambierà profondamente – chiama a lavorare giovani inviati come Zincone e Pansa, affronta problemi economici e finanziari con interventi dell’economista Spaventa, pubblica articoli di Pasolini. Deve, però, affrontare in redazione le numerose critiche dei colleghi favorevoli a un giornalismo tradizionalista e conservatore. Tra questi, Indro Montanelli che verrà licenziato nell’ottobre del 1973 e che fonderà nel giugno 1974 il “Giornale Nuovo”, definito subito “l’anti Corriere”.
Sono anni delicati e difficili sia per la vita politica del Paese sia per i mutamenti sociali e civili. Nel 1974 Ottone si schiera a favore della legge sul divorzio. Ai primi di luglio del 1974 l’editore Andrea Rizzoli diventa proprietario della testata e conferma Ottone alla direzione non chiedendo mutamenti sostanziali. Ma due nuove firme, Enzo Biagi e Alberto Ronchey, suscitano irritazione e scontento fra i redattori favorevoli alla sinistra.
Il 1975 e il 1976 sono anni di crisi economica, di ripresa del terrorismo di destra e di sinistra, e soprattutto dell’avanzata del Partito Comunista nelle elezioni amministrative e politiche. Il Gruppo Rizzoli manca di fondi, riscuote la diffidenza sia della Democrazia Cristiana sia del Partito Socialista. Ottone critica il partito di Craxi, mostra riserve sul compromesso storico, è a favore di un governo che si avvicini alle aspettative del mondo imprenditoriale.
Intanto il Gruppo Rizzoli è diventato una vera e propria concentrazione editoriale, “di servizio”, e nel 1977 è un impero basato su continue ricapitalizzazioni ed esposto a intrecci di vari interessi politico-finanziari. Ottone si dimette il 22 ottobre del 1977. Passa alla Mondadori e assume l’incarico di consulente per i periodici e la televisione, scrive editoriali sul quotidiano Repubblica, ha una rubrica fissa, “Vizi & Virtù”, sul Venerdì di Repubblica, scrive libri di contenuto politico e partecipa in qualità di ospite e commentatore a numerosi programmi televisivi. (giornalistitalia.it)

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