Il patrimonio dell’istituto continua a far gola allo Stato. Ecco conti, fondi e prospettive

Le pensioni Inpgi dei giornalisti sono al sicuro

Edmondo Rho

Edmondo Rho

InpgiMILANO – I giornalisti devono sapere che le loro pensioni sono al sicuro. Ma devono anche sapere che le casse di tutti i professionisti italiani fanno gola allo Stato, sempre alla ricerca di soldi ‘di altri’. Ogni volta che si legge o si ascolta qualcosa a proposito dell’Inpgi e in generale delle casse dei professionisti, è bene ricordare due dati: il nostro patrimonio, quello che costituisce il fondo di riserva a garanzia delle pensioni, supera i 2,6 miliardi di euro (circa 2 miliardi e 200 milioni la gestione principale Inpgi, oltre 400 milioni la gestione separata per il lavoro autonomo, la cosiddetta Inpgi 2 e tutte insieme le 20 casse pensionistiche privatizzate gestiscono valori, mobiliari e immobiliari, per oltre 60 miliardi.
Si tratta di uno dei principali ‘tesori’ dell’Italia: cerchiamo, almeno come giornalisti, di non perderlo. Ma come vanno i nostri conti? In sintesi, il saldo contabile dell’Inpgi segna nel 2013 un avanzo netto di 41,2 milioni di euro (+ 30,1 sul 2012), ma è stato ottenuto esclusivamente grazie ai profitti della gestione patrimoniale (avanzo di 42,9 milioni, con un rendimento netto contabile del 13,42% per la gestione mobiliare) e soprattutto il bilancio ha beneficiato del primo conferimento di immobili al Fondo ‘Giovanni Amendola’ (le cui quote sono al 100% di proprietà Inpgi) che ha comportato 92,97 milioni di plusvalenze per il solo 2013: invece, il saldo netto tra contributi e prestazioni IVS (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti, ovvero la copertura previdenziale e assistenziale obbligatoria per la quale l’Inpgi è ente sostitutivo dell’Inps) segna meno 81,6 milioni.
Diminuiscono i contributi, crescono le prestazioni
Nel 2013 si sono persi 1.022 contratti di lavoro e abbiamo avuto 472 pensionati in più: gli altri colleghi rimasti senza contratto di lavoro sono andati perlopiù a ingrossare le fila di chi percepisce un sussidio di disoccupazione dall’Inpgi. Alla fine dell’anno scorso il rapporto tra giornalisti attivi e pensionati è sceso a 2,08 mentre è salito il rapporto tra contributi e prestazioni IVS: ogni 100 euro di contributi incassati, l’Inpgi ne paga 123,68 per le prestazioni (il rapporto era 100 a 111,6 a fine 2012).
Insomma, dai dati emerge che nell’ultimo anno la situazione dell’editoria si è ulteriormente, e parecchio aggravata. E se si considera l’andamento degli ultimi 5 anni, si nota come il nostro settore stia attraversando una crisi senza precedenti: nel 2009 all’Inpgi entravano contributi IVS per 362,6 milioni e le prestazioni erano 346,3 milioni, con un avanzo previdenziale di 16,3 milioni; nel 2013 invece le entrate contributive IVS sono scese a 344,3 milioni e le uscite per prestazioni sono salite a 425,9 milioni con un disavanzo previdenziale, come si è detto, di 81,6 milioni. Ciò a causa sia dell’ondata di pensionamenti degli ultimi anni, sia delle minori entrate date dai nuovi assunti: infatti le retribuzioni medie per i nuovi contratti di lavoro sono scese l’anno scorso a poco più di 18 mila euro lordi annui contro gli oltre 24 mila del 2009.
In questa situazione, cosa si può fare? Molto dipenderà dall’impegno congiunto di Fnsi, Fieg e Governo. Ma intanto, noi come amministratori dell’Inpgi abbiamo già operato e continueremo a farlo: il consiglio d’amministrazione (cda) nei prossimi mesi sarà chiamato a varare nuove misure per riequilibrare i conti. Va ricordato che gli sgravi contributivi, approvati fin dal 2011 dal cda Inpgi, hanno prodotto 360 nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato a fine 2013.
Finora, il costo degli sgravi contributivi per l’istituto è stato di circa 6 milioni di euro: un investimento per ottenere la stabilizzazione dei rapporti di lavoro nel lungo periodo. Certo, si può fare di più: ed è auspicabile che l’argomento rientri, con un impegno preciso degli editori e del Governo, anche nell’ambito del rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Ammortizzatori sociali: l’Inpgi spende più dello Stato
La crisi dell’editoria comporta anche un aumento della spesa Inpgi per gli ammortizzatori sociali, che è stata nel 2013 pari a 33,5 milioni di euro (+ 10,3 milioni sull’anno precedente) contro entrate contributive per gli ammortizzatori sociali di 23 milioni. Alla spesa sostenuta vanno aggiunti i contributi figurativi, che danno diritto a prestazioni future, a favore dei colleghi che usufruiscono degli ammortizzatori sociali: sono oltre 40 milioni di euro, quindi il costo complessivo sostenuto dall’Inpgi in un solo anno per fronteggiare la crisi supera i 50 milioni di euro, più di quanto lo Stato ha stanziato annualmente con l’ultima legge di Stabilità per il nuovo Fondo triennale a favore dell’editoria (la dotazione è di 50 milioni quest’anno, 40 milioni l’anno prossimo e 30 milioni nel 2016).
La suddivisione dello stanziamento sarà decisa a breve, probabilmente a inizio giugno, dal Governo: lo sviluppo dell’occupazione, insieme all’innovazione e al sostegno delle start up editoriali, dovrebbe essere il pilastro principale del nuovo Fondo, che interverrà anche con stanziamenti per i prepensionamenti e gli ammortizzatori sociali. Una suddivisione equilibrata è necessaria per evitare che sia solo l’Inpgi a farsi carico della crisi. Va specificato che nel 2013 l’Inpgi ha speso 17,1 milioni di euro per le indennità di disoccupazione (+ 47,6% sull’anno precedente), 12 milioni per i contratti di solidarietà (+ 51,1% sul 2012) e 4,4 milioni per la cassa integrazione guadagni straordinaria (+ 21,1% l’aumento in questo caso).
Fondo Amendola: il valore delle nostre case e gli inquilini
Dunque, nel 2013 è iniziata la cessione dei nostri immobili al Fondo Immobiliare Giovanni Amendola, peraltro di proprietà Inpgi al 100%: si tratta di una operazione che incide molto positivamente sul bilancio, con la quale faremo emergere plusvalenze nel patrimonio per circa 500 milioni (oltre 92 milioni solo l’anno scorso), anche se questa rivalutazione del valore degli immobili non comporta un beneficio di cassa.
Il Fondo Immobiliare dà anche un vantaggio di efficienza fiscale (l’istituto risparmierà più di 15 milioni di tasse in 7 anni, spiega il presidente Andrea Camporese nella sua relazione al bilancio Inpgi 2013) e gestionale: hanno vinto la gara per la gestione del nostro Fondo due sgr, società di gestione del risparmio, Investire e Polaris, che ora hanno annunciato la loro fusione anche con una terza sgr, Beni Stabili, creando una delle principali realtà italiane del settore. Le sgr ci assisteranno anche per una migliore redditività del patrimonio immobiliare ma deve essere chiaro ai colleghi che, dal punto di vista pratico, i contratti d’affitto in corso saranno rispettati senza variazioni, e quindi per gli inquilini delle case Inpgi non cambia nulla!
Infatti, il contratto che disciplina il Fondo prevede che i dipendenti Inpgi del settore immobiliare siano il “service” delle sgr e, quindi, continueranno a lavorare con gli stessi compiti: al momento sono stati conferiti al ‘comparto 1’ del Fondo solo 12 immobili, tutti a Roma, mentre nell’ultima riunione del cda è stato dato il via al ‘comparto 2’ nel quale confluiranno anche gli immobili di Milano.
Sia chiaro che tutta l’operazione del Fondo Immobiliare serve a rafforzare il patrimonio dell’Inpgi: quindi non si illuda chi, a volte anche con attacchi strumentali, ha l’obiettivo di comprare a prezzi bassi l’appartamento nel quale ora è in affitto. Per quanto mi riguarda, ma lo stesso vale per la presidenza e la direzione dell’Inpgi nonché – mi auguro – per l’intero cda, sarà respinto qualsiasi tentativo di depauperare il patrimonio che appartiene a tutti gli iscritti a vantaggio di minoranze rissose: non ci sarà, dunque, alcuna svendita dei nostri immobili, che sono la vera garanzia della pensione di tutti e non l’affare di pochi.
Inpgi 2, bilancio in salute, ma basse prestazioni. Il caso Sopaf
Infine, alcune note sulla nostra gestione separata, la cosiddetta Inpgi 2 che l’anno scorso ha avuto un avanzo economico di gestione pari a 43,8 milioni di euro. Gli iscritti sono 38.988 dei quali 15.607 hanno anche una posizione ‘Inpgi 1’ e 23.381 solo con contributi alla gestione separata. Per questi ultimi, i dati sono preoccupanti sul fronte del reddito: infatti i giornalisti libero professionisti hanno una media reddituale di appena 13 mila euro lordi annui che si abbassa a 8.832 euro lordi annui per i co.co.co. e si tratta di cifre evidentemente troppe basse sia per l’attuale reddito sia per una pensione futura.
Si conferma, quindi, il paradosso dell’Inpgi 2: gestione previdenziale senza problemi di sostenibilità e con una cassa ricca e redditizia, ma con iscritti poveri. Tra gli investimenti della gestione separata Inpgi, c’è stato nel marzo 2009 l’acquisto di quote del Fip (Fondo Immobili Pubblici) che sono state vendute da parte della Sopaf: sulla vicenda, come è noto, è in corso un’inchiesta della magistratura e il nostro ente ha offerto la massima collaborazione alla Guardia di Finanza che sta svolgendo l’attività investigativa.
Un’esatta ricostruzione dei fatti è nell’interesse dell’Inpgi e dei suoi iscritti, dato che il reato ipotizzato è quello di truffa ai danni del nostro ente. Secondo quanto accertato anche dal nostro collegio dei sindaci, è stata un’operazione conclusa con modalità tracciabili e trasparenti. Con le indagini in corso, non è opportuno azzardare giudizi sulla vicenda di questa presunta truffa: però posso riferire che all’ultima riunione del cda il dirigente del settore finanziario ha comunicato che l’investimento della nostra gestione separata nel Fip ha reso dal 2009 il 7,58% netto annuo, con un rendimento di 10,2 milioni di euro sui 30 investiti, il che sembra dimostrare non solo la correttezza formale, ma anche la sostenibilità economico-finanziaria della scelta fatta.
Mi si perdoni se non sono riuscito a essere sintetico, ma ho cercato di riferire le notizie più importanti che sono state date al cda e che si trovano nelle 124 pagine di bilancio delle due gestioni Inpgi. Il mio impegno, come quello di tutto il consiglio d’amministrazione, è rendere sempre più efficiente e trasparente il nostro istituto: con questo spirito di servizio nei confronti dei nostri iscritti proseguiremo la difesa dell’Inpgi da ogni attacco.

Edmondo Rho
Consigliere d’amministrazione dell’Inpgi
Consigliere dell’Associazione Lombarda Giornalisti

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