Daniela Hamaui boccia la campagna: “Già definirla in inglese mi sembra assurdo”

Nel paese dell’ipocrisia ci mancava il Fertility Day

Daniela Hamaui

Daniela Hamaui

fertility dayMILANO – “Fertility day. Già il fatto di definirlo in inglese perché più smart, perché ormai si tratta tutto come un’operazione di marketing mi sembra assurdo”. Daniela Hamaui, ex direttore editoriale dei periodici de “la Repubblica” e direttore di “Velvet” e “D”, boccia senza mezzi termini la giornata celebrativa della fertilità umana ideata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ricordando che “le donne conoscono bene il loro orologio biologico, spesso rimandano il momento di fare un figlio perché non hanno un lavoro oppure perché, se ce l’hanno, un’interruzione per maternità bloccherebbe la loro carriera. A volte semplicemente non lo vogliono e va bene così”.
“Viviamo in un paese – sottolinea Daniela Hamaui – dove la procreazione assistita e l’adozione sono complicate. Dove la maggioranza dei medici è obiettore e l’aborto in molte zone è un odissea. Dove gli asili nido e le politiche per le famiglie sono così indietro che nessuno pensa allo Stato come un sostegno. All’improvviso questo paese pensa che le donne possano farsi convincere da una campagna pubblicitaria. Le donne sono molto più intelligenti e sensibili di così. Mettiamole davvero nella condizione di poter avere e crescere dei figli nelle condizioni adeguate e se poi non lo fanno, ne riparliamo”. (giornalistitalia.it)
Fertility Day

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