Distrutta dall’Isis, rinascerà grazie all’ultimo libraio, ex professore universitario

Mosul, la biblioteca che farà risorgere l’Iraq

La biblioteca dell’Università di Mosul distrutta dall’incendio appiccato dai miliziani dell’Isis

La biblioteca dell’Università di Mosul distrutta dall’incendio appiccato dai miliziani dell’Isis

MOSUL (Iraq) – Quando i miliziani dell’Isis hanno distrutto la preziosa biblioteca dell’Università di Mosul, per Ahmed (che ha un altro nome, ma deve mettersi al riparo dalle ritorsioni) era come se avessero distrutto la sua seconda casa. Oggi l’ultimo libraio della seconda città irachena, ex professore all’Università cittadina fino all’arrivo degli uomini di Al Baghdadi, ha un chiodo fisso: donarle una nuova vita. Secondo le stime, nel 2015 l’Isis nella sua folle battaglia contro i contenuti considerati “blasfemi” ha distrutto più di 100000 manoscritti rarissimi all’interno della biblioteca di Mosul, molti dei quali erano registrati nella lista delle rarità dell’Unesco, e di cui non esistono altre copie. Molte altre piccole librerie locali sono state date alle fiamme.
Per Ahmed – che cura anche il blog Mosul Eye, in cui si documenta la vita all’interno della città oggi al centro del conflitto tra Isis ed esercito iracheno – la distruzione della biblioteca è stata devastante. “I manoscritti che documentano le fasi più critiche e importanti della Mosul moderna non verranno mai recuperati. Così, rimarrà sempre un buco nero nella storia della città e dell’Iraq”, spiega in una intervista rilasciata all’Independent.
L’ex professore è in attesa di tempi migliori, della fine della battaglia di Mosul, per realizzare il suo progetto: attraverso donazioni internazionali, vuole ricomporre ex novo la biblioteca, con libri provenienti da ogni parte del mondo: nulla tornerà mai come prima, certo, ed il patrimonio letterario perduto rimane inestimabile. Ma come ha detto una volta Voltaire – aggiunge il libraio e professore – “leggiamo e balliamo: sono cose che non faranno mai male a nessuno al mondo. Così ricreeremo il futuro di Mosul”.
Così come i cittadini di Mosul dovranno ricomporre i pezzi delle proprie esistenze sconvolte dalle razzie e dalle violenze dell’Isis – solo la scorsa settimana sono stati 40000 gli sfollati in città –, Ahmed si preoccupa di risollevare dalle ceneri il profilo culturale della città: tra i suoi obiettivi non c’è solo quello di ridare vita alla biblioteca ma anche di mettere in piedi un Teatro dell’opera e una scuola di musica e arti visive.
A parte i tentativi individuali di professori e studenti, che hanno cercato di salvare il salvabile prima dell’arrivo dei miliziani, finora sono stati donati alla biblioteca circa duecento libri, provenienti da ogni parte del mondo, che rimangono immagazzinati a Erbil, in attesa di tempi migliori, del momento della ricostruzione di Mosul.
Molti altri potrebbero arrivare a breve: una piccola ong francese, Entraide et Cooperation en Mediterrane’e, ha infatti promesso di mandare circa venti tonnellate di libri – romanzi, libri per bambini, testi scolastici, libri di storia e geografia in inglese e in francese – all’interno di un container, che viaggerà dal porto di Marsiglia fino a quello iracheno di Basra, affacciato sul Golfo Persico.
Mohammed Hermi, fondatore dell’ong, sposa totalmente il progetto del libraio di Mosul, sul cui valore ha le idee chiarissime: “L’unica cosa che può curare i mali della società sono i libri e l’apprendimento. I libri sono l’arma per combattere tutti i cancri della società. Per contrastare l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo, l’estremismo e il radicalismo, la società deve leggere, leggere, leggere e leggere”. (agi)

 

 

 

 

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