Il fotogiornalista francese è stato arrestato lo scorso 8 maggio ad Hasan Keyf

Mathias Depardon in sciopero della fame

Thomas Depardon

Thomas Depardon

ISTANBUL (Turchia) – Il fotogiornalista francese Mathias Depardon, arrestato lo scorso 8 maggio ad Hasan Keyf, località sul fiume Tigri nel sud est della Turchia, ha iniziato uno sciopero della fame per protesta contro la situazione di incertezza relativa i tempi del suo fermo e del suo rimpatrio.
Il fotoreporter si trova nel centro per migranti di Gaziantep in attesa di essere rimpatriato ormai da 16 giorni. A confermare l’inizio dello sciopero della fame il rappresentante di Reporter Senza Frontiere in Turchia, Omer Onderoglu, che ha dichiarato che i motivi del mancato rimpatrio, decretato lo scorso 11 maggio, e le ragioni alla base di un tale allungamento dei tempi di espulsione sono tuttora sconosciuti.
Depardon si trova in stato di fermo perché trovato dalla polizia turca senza il necessario accredito stampa per lavorare nel Paese; Depardon è stato inoltre accusato di propaganda a favore del terrorismo curdo del Pkk per alcune foto presenti sul profilo Instagram e Facebook del giornalista, relative anche dei lavori pubblicati in passato.
In base a quanto dichiarato negli scorsi giorni dai media turchi, Depardon sarà rimpatriato una volta sbrigate le necessarie pratiche burocratiche. Provvedimento contro il quale gli avvocati di Depardon hanno immediatamente fatto ricorso. Reporter senza frontiere ha scritto una lettera in cui chiede al ministro degli Interni Suleyman Soylu la liberazione di Depardon e la possibilità che lo stesso possa continuare a lavorare in Turchia.
Un appello destinato con tutta probabilità a cadere nel vuoto, considerando anche che la Turchia è al 155° posto (su 180) nella classifica per la libertà di stampa stilata da Reporter senza Frontiere. Una situazione resa ancora più grave dai più di 150 giornalisti turchi attualmente in carcere. Depardon si trovava nella zona per documentare le meraviglie storiche e archeologiche destinate a essere sommerse da un controverso piano di costruzione di una diga. (agi)

 

I commenti sono chiusi.