Si sgonfia il caso Inserra. San Procopio: cambia anche l’odg del Consiglio Comunale

Lamberti ci ripensa: niente “processo” in piazza

Eduardo Lamberti Castronuovo

Eduardo Lamberti Castronuovo

Michele Inserra

Michele Inserra

REGGIO CALABRIA – L’odierna lettera del dott. Eduardo Lamberti Castronuovo ed il relativo allegato, che pubblichiamo integralmente in questa pagina, confermano il nostro auspicio: la notte ha portato consiglio al sindaco di San Procopio.
L’Ordine del giorno del Consiglio Comunale, convocato per domani, è stato, infatti, modificato: non si terrà più alle ore 18 nella “piazza antistante il Comune”, ma alle ore 9.30 in prima convocazione e alle ore 13.30 in seconda “presso la sala comunale delle adunanze” e, soprattutto, non sarà chiamato a discutere della «Eventuale denunzia per diffamazione contro chiunque si permetta di offendere la dignità di un Popolo, attraverso la diffusione di notizie false, provocatorie e senza alcun intento costruttivo», ma – come recita il settimo punto – un generico «Esame della situazione creatasi dopo la processione di San Procopio martire dell’8 luglio 2014».
Una saggia marcia indietro che non fa altro che confermare che Lamberti Castronuovo è una persona perbene e riflessiva. Per il resto, che dire. I miei interventi precedenti hanno già sottratto attenzione, pazienza e tempo prezioso ai nostri attenti lettori, a cui evito noiosi ripassi. Alcune precisazioni sono, comunque, doverose. Innanzitutto, non sono entrato nel merito della vicenda, come erroneamente mi attribuisce Lamberti Castronuovo per il quale io sosterrei che “il Procuratore della Repubblica abbia confermato”.
Ho detto e ribadisco che tra le tre inchieste sui presunti “inchini” c’è anche quella del paese di cui Lamberti è sindaco. Ho anche detto e ribadisco che se Michele Inserra si fosse inventato tutto, ovvero fosse un diffamatore, andrebbe perseguito e punito in maniera esemplare.
Prima del sindaco Lamberti e dei cittadini del suo paese, saremmo a pretenderla – la punizione – io e ancor più tutti i giornalisti che, quotidianamente, rischiano la pelle per raccontare fatti che hanno portato lo stesso De Raho a ringraziare “giornali e televisioni che hanno fatto venire a galla queste storie che non hanno nulla a che fare con la legalità e la religione”.
La mia presa di posizione, e qui mi rivolgo a Lei, dottor Eduardo Lamberti Castronuovo, non è – come Lei sostiene – un mero atto dovuto nei confronti di Michele Inserra, nella mia qualità di segretario del sindacato. Allo stesso modo mi vedo costretto a respingere la tendenziosa sintesi che, caro Lamberti, inopportunamente fa, attribuendomi fatti e considerazioni mai espresse, laddove sostiene: “Capisco che Lei, nella qualità di segretario del sindacato, debba difendere il dr. Inserra, ma anche la difesa ha i suoi limiti che sono delineati dalla verità. Io ero presente, Inserra no, e non mi va di passare per uno che sia connivente con la mafia o che accetti le sue imposizioni. Questo se lo mettano bene in testa quelli che scrivono come Inserra e chi difende un operato indifendibile”. Appunto. Non confondiamo il Trovatore di Verdi con la Semiramide di Rossini. E non confondiamo il garantismo con il giustizialismo.
La vita non è un melodramma teatrale, ma un autentico dramma per quanti  fanno onestamente il proprio lavoro e si vedono, finalmente, riconoscere anche dal procuratore De Raho il merito di aver “fatto venire a galla queste storie che non hanno nulla a che fare con la legalità e la religione”.
Michele Inserra ha fatto bene a declinare l’invito di domani al Consiglio Comunale: è ai lettori che deve rispondere e, nel caso, ad un tribunale. Altrettanto inutile, se non inopportuna, sarebbe la mia presenza domani. Un invito, quello a partecipare al Suo Consiglio, che declino – sia chiaro – non certo per mancanza di rispetto nei confronti della tanta buona e laboriosa gente di San Procopio, ma semplicemente perché ognuno deve fare il suo mestiere.
A me basta – e La ringrazio, caro Lamberti – la Sua, ripeto, saggia decisione di modificare l’ordine del giorno e, soprattutto, di riportare entro il giusto alveo  l’assise comunale, evitando il “processo” in piazza.

 Carlo Parisi
Vicesegretario  nazionale Fnsi
Segretario Sindacato Giornalisti della Calabria

La lettera del 12 luglio con la quale Lamberti annuncia il Consiglio Comunale in piazza

La lettera del 12 luglio con la quale Lamberti annuncia il Consiglio Comunale in piazza

L’ordine del giorno del Consiglio comunale modificato oggi

L’ordine del giorno del Consiglio comunale modificato oggi


  

Le lettera di Eduardo Lamberti Castronuovo

Caro Parisi,
non è la notte a portarmi consiglio bensì la mia dirittura morale e il mio modo di agire, sempre in linea con la Legge. La convocazione del Consiglio Comunale, peraltro già convocato con altri punti all’ordine del giorno, non prevede alcun processo in piazza ma solo una democratica presa di posizione per difendere il Paese da una evidente storpiatura della realtà.
Tutto nasce da una vera e propria montatura giornalistica e non è affatto vero, mi dispiace se Lei lo sostiene, che il Procuratore della Repubblica abbia confermato. De Raho ha detto che è stata aperta una inchiesta sulle ultime processioni svoltesi nella Provincia, tra cui quella di San Procopio, ma non ha mai affermato la veridicità del famoso inchino ad un boss mafioso nel Paese dove sono Sindaco.
E come avrebbe potuto mai fare? E’ qui l’equivoco contro il quale ci siamo ribellati con i mezzi della democrazia. E non lo abbiamo fatto apoditticamente ma portando a sostegno la mia stessa presenza durante tutto lo svolgimento della processione, nonché quella autorevole ed esaustiva dei Carabinieri in servizio.
Il Sig. Inserra si guarda bene dal rispondere a quanto garbatamente gli ho scritto e continua a dire e scrivere, permettendosi di darmi dell’arrogante, che la notizia è vera. Il punto è questo, quale notizia? Non Le sembra che una buona informazione ed un corretto uso della carta stampata avrebbe dovuto, quanto meno, consigliare al giornalista del Quotidiano un attento esame e soprattutto la raccolta di testimonianze dirette da parte di chi, alla processione, rappresentava le Forze dell’Ordine, lo Stato e la Chiesa?
L’apertura di una indagine non è di per sé prova di colpevolezza e poi, caro Parisi, gli attori di un evento, il loro comportamento nella vita, il loro curriculum, non sono elementi sufficienti, quanto meno, per obbligare ad un approfondimento prima di sparare a zero con prime pagine da vero e proprio sensazionalismo? Il garantismo non funziona e non detta Legge quando ad essere “implicate” sono le persone per bene? Di più.
Come abbia fatto a riferire fatti e misfatti il Sig. Inserra quando, per sua stessa affermazione, non era presente alla processione, si fa per dire, incriminata? Non vi è dubbio che il Sig. Inserra è un abile giornalista ma, purtroppo, usa questa sua abilità verbale per crocifiggere, con ambiguità, un Paese che lentamente e con tanta fatica, sta uscendo da una crisi di identità dovuta, come ho già spiegato, ad un degrado pauroso.
Come si fa a dire che la prima pagina del Quotidiano del 12 luglio non riporti una falsa notizia? Come la si può difendere? Forse, caro Parisi, Le sarà sfuggito il testo. Glielo ricordo: occhiello: alcuni giorni dopo Oppido, nuova anomalia a San Procopio; titolo: un’altra processione con l’omaggio; sottotitolo: la statua del Santo si ferma davanti alla casa del boss e riceve l’obolo della moglie. Ancora, nel corso del testo: imbarazzo tra le autorità civili e religiose. Ancora…omississ accertamenti avviati dagli uomini dell’Arma.
Tutto quanto sopra è scritto da un giornalista che dice il vero? Evidentemente no. Dà per scontato, sentenzia, non informa. Capisco che Lei, nella qualità di segretario del sindacato, debba difendere il dr. Inserra, ma anche la difesa ha i suoi limiti che sono delineati dalla verità. Io ero presente, Inserra no, e non mi va di passare per uno che sia connivente con la mafia o che accetti le sue imposizioni. Questo se lo mettano bene in testa quelli che scrivono come Inserra e chi difende un operato indifendibile.
Non avrei per nulla protestato se la notizia fosse stata quella vera, cioè quella di una apertura di una inchiesta. L’inchiesta è un atto dovuto, la condanna apodittica del giornalista no. Io che, tra le altre cose, insegno Etica della comunicazione non difenderei il comportamento giornalistico del suddetto come eticamente accettabile. Si è giocato sull’equivoco. Questo è chiaro come il sole.
Il Consiglio Comunale si svolgerà regolarmente, nessuno arringherà la gente, ma tutti cercheremo la via migliore per fare in modo che sul Paese si dica la verità. Caro Parisi, proprio per la stima che nutre in me e che è reciproca, non avrebbe dovuto ipotizzare che io abbia, in qualche modo, messo in dubbio quanto affermato da de Raho, da mons. Nunnari e, persino, da Papa Francesco.
Non confondiamo il Trovatore con la Semiramide (visto che mi si accusa di teatralità, la citazione non guasta). Il sto dalla parte di de Raho, di Nunnari, del Papa, e sono contro ogni forma di mafia, senza sconti per nessuno. E questo Lei bene lo sa. La Sua ironia mi ha profondamente ferito.
Io difendo una posizione pulita, certificata dai Carabinieri e dalla Chiesa e difendo anche la gente perbene dall’essere confusa con quella appartenente alla ’ndrangheta. Sono certo che un chiarimento “de visu” tra Lei, me e il giornalista potrebbe mettere a tacere questa vicenda che, da qualunque parte si guardi, è dannosa e fa ancora di più affermare il principio che la mafia è tanto potente da far “discutere animatamente” anche persone che stanno dalla medesima parte: quella della legalità.
Se Inserra non ha accettato l’invito a partecipare al Consiglio, ci venga Lei con la serenità che La contraddistingue, valuterà se siamo o no se siamo persone serene e perbene. Con la cordialità di sempre.

dr. Eduardo Lamberti-Castronuovo
Sindaco di San Procopio

La lettera di Lamberti Castronuovo con la prima convocazione in piazza
L’ordine del giorno del Consiglio Comunale di San Procopio modificato oggi
L’articolo di Michele Inserra pubblicato il 12 luglio dal Quotidiano del Sud

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