“Violata la Convezione dei diritti dell’uomo”. Odg e Fnsi fanno appello a Mattarella

La Nuova Sardegna, insorgono anche i penalisti

Da sinistra: Paola Spadari, Raffaele Lorusso, Carlo Verna, imbavagliati per protesta nella sede dell‘Ordine a Roma

Da sinistra: Elisabetta Cosci, Raffaele Lorusso, Carlo Verna, Guido D’Ubaldo e Paola Spadari imbavagliati per protesta

CAGLIARI –«Si tratta di un fatto senza precedenti, nonostante la pubblicazione di notizie riguardanti l’esistenza di indagini in corso sia pressoché quotidiana. Si è, però, sempre trattato di indagini concernenti “cittadini comuni” e non magistrati». Lo scrivono, in una nota, i rappresentanti delle Camere penali della Sardegna intervenendo sul caso della perquisizione subita da una cronista de “La Nuova Sardegna”, Tiziana Simula, alla quale, nella redazione di Olbia, ieri pomeriggio, sono stati sequestrati pc, tablet e documenti dopo un articolo su un’inchiesta sulla vendita di una villa in Gallura, che coinvolge magistrati, imprenditori e professionisti.
«Forse, in questo, quindi, – lo si dice con sdegno e grande preoccupazione – sta la differenza rispetto agli altri casi – si legge nel comunicato degli avvocati – e la conseguente decisione di cercare la fonte della notizia con metodi intimidatori. Il sequestro degli strumenti di lavoro in uso esclusivo alla giornalista costituisce, infatti, un atto di inaccettabile intrusività ed una grave violazione delle disposizioni poste a tutela delle fonti e della libertà di espressione del giornalista».
Gli avvocati ricordano anche come «il sequestro degli strumenti informatici che la giornalista impiega nell’esercizio della sua attività determina un’aperta ed evidente violazione del Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR 2016/678) e dell’art. 10 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo, che pure assicura la piena libertà d’opinione del giornalista ed altresì quella di ricevere o comunicare informazioni o idee (anche quando la fonte abbia violato l’obbligo di segretezza consegnando o trasmettendo documenti coperti da segreto), senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La consolidata giurisprudenza di legittimità oltre che quella sovranazionale, in tema di perquisizione e sequestro nei confronti del giornalista, impone il rispetto dei limiti indicati dall’art. 200 c.p.p. comma 3, ovvero la indispensabilità della rivelazione della fonte informativa ai fini della prova del reato per cui si procede, la impossibilità di accertare altrimenti la veridicità della notizia in possesso del perquisito e, soprattutto, la proporzione fra il contenuto del provvedimento di sequestro probatorio emesso dall’Autorità giudiziaria e le esigenze di accertamento dei fatti. Così da assicurare che l’attività investigativa venga condotta in modo tale da non compromettere il diritto del giornalista alla riservatezza delle proprie fonti e delle informazioni in suo possesso e non pregiudicare la sua futura attività (ed anche quella del giornale) derivata da una individuazione delle fonti». (agi)

LA LETTERA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI AL PRESIDENTE MATTARELLA

S’intitola “La libertà di stampa non si perquisisce” la lettera che il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e al procuratore generale presso la corte d’Appello di Cagliari, Gabriella Pintus, all’indomani della perquisizione nella redazione di Olbia de “La Nuova Sardegna”.
Il testo della lettera di protesta – “approvata per acclamazione e poi all’unanimità”, come sottolinea il presidente del Cnog, Carlo Verna – è stato letto nel corso di una conferenza stampa congiunta di Ordine e Federazione nazionale della Stampa italiana convocata per ribadire la posizione unitaria dei giornalisti italiani su temi quali la tutela delle fonti e del segreto professionale e il contrasto alle querele bavaglio e alla precarietà nel settore del giornalismo.
«Siamo di fronte ad una escalation di attacchi alla libertà di informazione, e dunque al diritto dei cittadini di essere informati, il cui obiettivo è quello di ridurre gli spazi della libertà di stampa. Un clima che ci avvicina alla Turchia più che all’Europa. Comincio a chiedermi dove stiamo andando e dove siano le differenze, che si vanno attenuando, tra l’Italia e quel Paese, dove è vero che ci sono decine di giornalisti in carcere, ma è anche vero che le perquisizioni sono all’ordine del giorno», ha affermato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, aprendo la conferenza stampa. (giornalistitalia.it)

LEGGI La lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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