Il presidente dell’istituto all’interrogatorio del pm: “Affermazioni false e calunniose”

Inpgi – Sopaf, Camporese smentisce Toschi

Andrea Camporese

Andrea Camporese

InpgiMILANO – Un conto corrente aperto nel febbraio di due anni fa da Andrea Toschi, amministratore delegato della società Adenium del gruppo Sopaf, alla Bsi di Lugano per “fare un favore” ad Andrea Camporese, il presidente dell’Inpgi, e per consentirgli di “incassare una parte del prezzo in nero” della vendita di “una casa a Padova (…). La cifra era di 150mila euro” e sarebbe stata versata dagli acquirenti “in contanti” per poi essere “progressivamente prelevata sulla base delle contingenti esigenze” del numero uno dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti.
Le dichiarazioni di Toschi, però, sono state smentite dal numero uno dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, lo scorso 15 giugno, al termine di un interrogatorio davanti al pm: “Sono affermazioni false e calunniose. Io non ho mai versato soldi in nero né ho mai ricevuto soldi da spalloni. Non ho mai venduto case a Padova (se non un negozio venduto dalla mia famiglia) e la mia quota di provento mi è stata regolarmente bonificata da mio fratello. Non sono transitati soldi in nero. Toschi – ha aggiunto il presidente dell’Inpgi – si è pavoneggiato nei rapporti con me senza alcun mandato. Ho dato fiducia alla persona sbagliata, questo è stato il mio errore”.
La vicenda è stata raccontata al pm Gaetano Ruta circa un anno fa in un verbale agli atti della tranche dell’inchiesta sulla finanziaria fondata dai fratelli Magnoni e per la quale di recente è stato chiesto il processo per Camporese, per l’allora ad di Adenium e per altre persone.
Camporese è accusato di concorso in truffa ai danni dell’istituto e concorso in corruzione in quanto avrebbe permesso a Sopaf, tramite operazioni sul Fondo immobili pubblici (Fip), di realizzare una plusvalenza di 7,6 milioni di euro attraverso Adenium.
In cambio, secondo il capo di imputazione, l’ex ad della società di gestione del risparmio legata alla holding in concordato preventivo, nel 2011 e nel 2012 avrebbe “accordato” a Camporese “la somma di 25 mila euro l’anno” attraverso un incarico nel comitato consultivo di Adenium.
Altri “145.550 euro sarebbero transitati su un conto corrente svizzero nel 2013”. In tutto il presidente di Inpgi, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe ricevuto 200mila euro “a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio”.
Toschi, il 28 novembre del 2014, interrogato da Ruta, spiegando di quei soldi transitati in Svizzera, aveva ammesso che, con l’apertura di quel conto nominativo (per l’accusa rappresenta l’utilità del reato di corruzione), aveva “fatto un favore a Camporese, per riconoscenza, per la fiducia che aveva riposto nella mia persona (…) si rivolgeva a me per avere consigli e pareri. Grazie a lui mi sono state aperte tante porte ed opportunità di lavoro (…)”.
Inoltre l’ex ad aveva precisato di essersi recato “di volta in volta (…) a Lugano, firmavo l’ordine di prelevamento, lo lasciavo in banca, dalla banca provvedevano a far recapitare il denaro in contante a Camporese” utilizzando “degli spalloni”. Solo “falsità e calunnie”, ha insistito Camporese davanti al pm. (Ansa)

 

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