Dal danno del demansionamento alla beffa del licenziamento. Il terzo in due anni

Hearst: vince due cause, ma viene cacciata

HearstMILANO – Un nuovo caso di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo investe il gruppo Hearst. Il terzo in due anni, dopo quelli di Alba Solaro e Clara Settimo. E questa volta con l’aggravante che il licenziamento riguarda una collega – che ha chiesto di non rendere note le proprie generalità – con alle spalle ben due sentenze a suo favore del Tribunale del lavoro di Milano, sentenze che condannano Hearst per demansionamento con obbligo di risarcire i danni cagionati alla professionalità e alla salute della giornalista. La collega era stata, infatti, destinata a mansioni non corrispondenti alla professione giornalistica.
A denunciare il caso è l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, secondo la quale “la misura, ora, è davvero colma”. «Siamo alla presenza di un’azienda – afferma il presidente Paolo Perucchini – che interpreta il diritto del lavoro italiano a suo uso e consumo. E che quando è messa nell’angolo dal Tribunale sceglie la scorciatoia del licenziamento individuale per raggiungere l’obiettivo che si pone fin dall’inizio: liberarsi dei colleghi scomodi».
L’Associazione Lombarda dei Giornalisti esprime solidarietà alla giornalista e alle redazioni delle testate Hearst e condanna con forza il comportamento dell’azienda evidenziando che «la situazione è estremamente delicata, tanto più che il licenziamento arriva dopo un ammortizzatore sociale che ha usato soldi pubblici per prepensionare i colleghi e gestire gli esuberi».
Il presidente dell’Alg aggiunge che «ad aggravare la situazione, la strategia Hearst di “esportare” il lavoro giornalistico fuori dalla Ue, in Svizzera, assumendo nella propria consociata personale senza contratto giornalistico. Da tutto ciò si capisce quale sia il pericolo che, oggi, la gestione aggressiva portata avanti da Hearst rappresenti per il mondo dell’informazione italiana».
Il sindacato dei giornalisti lombardi assicura che «si attiverà in tutte le sedi a sostegno della collega licenziata e, nel contempo, si adopererà affinché Hearst metta fine ai suoi disinvolti comportamenti». (giornalistitalia.it)

 

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