Tre anni fa ci lasciava lo storico segretario della commissione d’esami d’idoneità

Gilberto Evangelisti, il “papà” dei nuovi giornalisti

Gilberto Evangelisti

Gilberto Evangelisti

Giacomo Clemenzi

Giacomo Clemenzi

PALERMO – Sono trascorsi tre anni da quando Gilberto Evangelisti ci ha lasciato (18 aprile 2011). Migliaia e migliaia di giovani colleghi sicuramente lo ricorderanno per quello che ha saputo dare a tutti quei praticanti che dovevano coronare il loro sogno con il superamento degli esami di idoneità professionale.
Nei corsi di preparazione, prima a Frascati e poi a Fiuggi, Gilberto è  stato maestro di intere generazioni di giornalisti.
Io che ho avuto la fortuna di lavorare con lui lo ricordo con particolare affetto e struggente nostalgia perché credo che uno come me che gli è stato vicino per diversi lustri abbia diritto alla nostalgia, non solo perché Gilberto era un uomo sensibile, sempre prodigo di consigli per aiutare chiunque. Per tutti i corsisti di Fiuggi, in vista degli esami, aveva sempre parole di incoraggiamento che i giovani recepivano con molta attenzione ed anche con la più genuina gratitudine.
Gilberto Evangelisti era una persona attenta e generosa, era veramente l’anima dei seminari di Fiuggi, dove più che la sua esperienza  professionale, maturata nei giornali, alla radio e in televisione, metteva a disposizione la sua saggezza, i suoi buoni consigli, il suo modo equilibrato per affrontare la realtà, senza mai drammatizzare e lo faceva con la sensibilità di chi sa riconoscere i meriti dei futuri colleghi.
Appassionato dei colori giallorossi, quelli della Roma, durante il seminario, accadeva a volte che qualche giornata coincidesse con quella di qualche partita della sua squadra del cuore. E lui mi diceva: “Giacomi’, stasera pasta e ceci e poi salsicciotti, nun me fà perdere la partita perché gioca la Roma e la voglio vedè. Anticipiamo la cena”.
Ci siamo visti l’ultima volta il 30 marzo 2011 in occasione della consegna di una targa per i suoi 50 anni di iscrizione all’Ordine. La cerimonia si è svolta durante i lavori di un Consiglio nazionale e, dopo che Bruno Tucci gli consegnò il premio, tutti i consiglieri, in piedi, lo applaudirono.
Sceso dalla pedana della presidenza con gli occhi lucidi, si è diretto verso di me, mi ha abbracciato, stringendomi forte e dicendomi: “Giacomi’ ormai sono arrivato, ti raccomando i ragazzi”. E , molto commosso, andò via. Dopo pochi giorni ci lasciava per sempre.

Giacomo Clemenzi

http://www.giornalisticalabria.it/2011/04/18/il-giornalismo-italiano-piange-gilberto-evangelisti/

2 commenti

  1. Mimmo Marcozzi

    C’ero anch’io quel giorno. E’ stato il mio direttore a Rai Sport e non potrò mai dimenticarlo.

  2. Non potrò mai dimenticare ciò che mi disse al termine della prova orale dell’esame professionale di mio figlio Fabio, fu per me una gratificazione personale immensa…Stupenda persona e stupendo collega, Gilberto, rimarrai sempre in un angolino del mio cuore.

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