Trattativa per iil rinnovo a uno snodo cruciale, ma gli editori facciano la loro parte

Fnsi, perché bisogna salvaguardare il contratto

Franco Siddi

Franco Siddi

CIVITA (Cosenza) – La trattativa per il rinnovo del contratto giornalistico è a uno snodo cruciale per il tipo di contratto che è possibile fare in questa stagione. Non è una stagione semplice. La situazione dell’editoria è pesante, la condizione del lavoro dei giornalisti è molto peggio.
C’è bisogno di capire che in questo momento è importante salvaguardare il contratto, farne uno di tenuta, confermarlo e farlo andare avanti. Ci sono alcuni assi essenziali possibili che riguardano il lavoro autonomo, il tentativo di creare opportunità di nuovo lavoro e di reingresso di chi il lavoro lo ha perso. Solo nell’ultimo anno sono stati più di mille. Fare un contratto in questa situazione è quasi impossibile. Però è una sfida decisiva per noi e per il sistema imprenditoriale che vuole competere in un ambito di concorrenza leale. Servono risorse. Occorre capire come combinare le risorse del contratto con quelle della Legge di Stabilità per l’editoria. È importante che al più presto si arrivi a un accordo quadro con il Governo su questa materia. È necessario anche che gli editori facciano la loro parte, non possono pensare che il contratto debba mettere il tappo a un mercato che diventa protetto. Il mercato deve rimanere libero perché libera deve essere la stampa e l’informazione.
Sul tavolo del rinnovo contrattuale ci sono dei punti dove si è molto in avanti ed altri dove si è indietro. Se si trova la convergenza su quattro punti fondamentali che riguardano il lavoro autonomo, la nuova occupazione e l’inclusione di chi lavora con contratti anomali o irregolari, la riforma della “ex fissa” e la riforma degli ammortizzatori sociali che significa la sostenibilità del nostro sistema di previdenza. Se lo Stato concorre, per la prima volta in maniera efficace, alla risoluzione di questi problemi noi possiamo far quadrare le cose.
Insomma, per il rinnovo del contratto servono la volontà degli editori e la volontà dello Stato. La nostra c’è. L’8 maggio ci sarà un primo incontro con il governo. Il contratto, per i più deboli, deve voler significare un miglioramento della retribuzione. Bisogna smetterla con chi dice che il problema della mancanza di lavoro si risolve abbassando gli stipendi.

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